lunedì 4 aprile 2016

Repubblica 4.4.16
“Basta porte aperte solo chi rispetta i valori dell’Europa potrà restare fra noi”
La scrittrice di origine somala Ayaan Hirsi Ali e il filosofo francese Michel Onfray a confronto sulla crisi dei migranti e il terrorismo
Due prospettive diverse su temi che riguardano anche sicurezza e libertà
di Ayaan Hirsi Ali

Libertà o sicurezza? Due attacchi a Parigi nel 2015 hanno costretto la Francia a proclamare uno stato di emergenza che è ormai giunto al suo quinto mese. In pratica, questo significa che lo Stato può impedire la libertà di movimento, la libertà di associazione, la libertà di stampa e di parola, arrestare, fermare e interrogare persone sospettate senza la presenza di un avvocato e molto altro. Dovendo trovare un compromesso tra libertà e sicurezza, oggi i francesi hanno chiaramente optato per meno libertà e più sicurezza.
Gli attacchi terroristici di Bruxelles possono portare i belgi e forse altri paesi europei a rivedere quel delicato equilibrio tra libertà e sicurezza. Qualunque sia l’esito di questa scelta, una cosa è certa: ci saranno altri attacchi di questo genere e dopo ognuno di essi i governi eroderanno ulteriormente le libertà dei cittadini europei, senza per questo farli sentire minimamente più sicuri.
Non sono proprio queste libertà ad avere reso l’Europa e il resto dell’Occidente così unici? Lo stato di diritto, i controlli e gli equilibri costituzionali, un sistema giudiziario imparziale e istituzioni educative che instillavano nei cittadini il valore di tutte queste cose: non erano queste le caratteristiche dell’Occidente che ho trovato più impressionanti quando arrivai qui come immigrata?
Gli immigrati musulmani in Europa sono diversi per età, paese di provenienza, sesso, lingua e per il reddito di cui godevano prima di intraprendere il viaggio verso l’Europa. Tuttavia, essi hanno un certo numero di cose in comune. Tutti provengono da società che non sono libere. Hanno atteggiamenti nei confronti della religione, della violenza, del sesso, del denaro e del tempo che sono radicalmente diversi da quelli degli europei.
Sulla base dei dati degli ultimi cinque decenni o giù di lì, possiamo vedere che le nazioni europee che hanno accolto questi immigrati lottano per integrarli. Non hanno totalmente fallito. Molti immigrati musulmani (ero una di loro) si sono adattati: utilizzando le libertà che hanno trovato in Europa per imparare, educare se stessi e i loro figli, trovare un lavoro retribuito, avviare imprese, votare e prendere parte alla politica e prosperare in molti modi. Il problema è che queste persone adattate non sono necessariamente la norma: esse coesistono piuttosto a disagio accanto ad altri membri delle loro comunità che vedono l’”adattamento” alle norme occidentali con notevole sospetto.
Allora, che cosa si deve fare?Abbiamo un bisogno urgente di rivedere e correggere vari trattati, leggi e misure politiche che si stanno dimostrando tristemente incapaci di proteggere le libertà fondamentali e i valori che hanno reso uniche le società occidentali.
In primo luogo, abbiamo bisogno di limitare e gestire in modo più intelligente il flusso di immigrazione. Abbiamo bisogno, poi, di creare un’infrastruttura concepita per accelerare il processo di adattamento. L’obbligo è quello di fare in modo che l’immigrato prenda familiarità con quei valori.
In terzo luogo, è fondamentale che i governi europei stabiliscano un modo efficace di rimpatriare coloro che non sono in grado o non vogliono adattarsi. In quarto luogo, abbiamo bisogno di una revisione dei sistemi di giustizia penale in Europa.
In quinto luogo, il sistema di residenza permanente e di cittadinanza dovrebbe essere aggiornato per riflettere la realtà sul terreno. Chi ha dimostrato nel corso degli anni di accettare i valori della società a cui cerca di unirsi merita di acquisire la cittadinanza.
In sesto luogo, l’Europa deve smettere di fingere che la stabilizzazione del mondo musulmano sia un problema di qualcun altro.
Infine, riconosciamo che siamo in guerra. Questa guerra è profondamente asimmetrica, senza dubbio, ma quello che abbiamo visto a Parigi e Bruxelles non può più essere semplicemente liquidato come terrorismo.
(Copyright Ayyan Hirsi Ali 2016. All rights reserved Traduzione di Luis E. Moriones)