Repubblica 4.4.16
Molestie in seminario “Manca la querela archiviate l’inchiesta”
di Antonio Di Costanzo
NAPOLI.
La Procura di Cassino ha chiesto l’archiviazione per il vescovo Gerardo
Antonazzo dopo averlo indagato per molestie sessuali su alcuni
seminaristi. Una decisione presa per «difetto di querela». Manca cioè la
denuncia della vittima e «quindi il presunto reato non è perseguibile».
Da qui la richiesta al gip di far cadere le accuse contro il monsignore
da parte del procuratore capo di Cassino, Luciano D’Emmanuele.
Richiesta, per altro, inoltrata al giudice per le indagini preliminari
20-30 giorni fa, ben prima dell’esplosione mediatica del caso avvenuta
sabato, ma svelata pubblicamente solo ieri dal procuratore «a causa del
clamore che la vicenda continuava ad avere». La decisione di archiviare
la posizione dell’indagato non entra nel merito della vicenda, ma è
presa per «improcedibilità». Toccherà al gip chiudere l’inchiesta o
restituire alla Procura il fascicolo, obbligandola a riprendere le
indagini. D’Emmanuele in una nota ha precisato anche che il numero delle
parti potenzialmente offese è minore rispetto a quello circolato: «Non è
di sette- otto. Questo al fine della tutela di una corretta
informazione e della posizione dell’indagato».
Tutto è iniziato a
novembre quando un ex studente del pontificio collegio Leoniano di
Anagni, che sarà poi respinto dall’istituto con «demerito», ha accusato
di molestie sessuali il monsignore, 59 anni, vescovo della diocesi di
Sora, Cassino, Aquino e Pontecorvo dal gennaio 2013. Il 18enne ha
inviato una lettera alla giornalista de La Provincia, Angela Nicoletti,
che l’ha consegnata agli uffici giudiziari. L’ex seminarista è stato
ascoltato e con lui altri presunti molestati, ma nessuno ha denunciato.
Da qui la decisione di D’Emmanuele di fermarsi «come il codice di
procedura penale stabilisce in questi casi». Il fascicolo è stato
trasmesso per conoscenza al Vaticano secondo cui contro il vescovo
sarebbero state mosse contestazioni probabilmente costruite ad arte da
persone «mandate via dal seminario, proprio perché ritenute non adatte a
sostenere quel percorso», insomma, la Santa Sede non esclude la pista
di una possibile vendetta.
Monsignor Antonazzo, ha dichiarato subito «la totale infondatezza delle accuse», dicendosi «sorpreso e sconcertato».
Si
sgonfia così il presunto nuovo scandalo in Ciociaria, già colpita da
quello che ha coinvolto l’ex abate di Montecassino, don Pietro
Vittorelli, che nel novembre 2015 finì sotto inchiesta con l’accusa di
aver speso in cene, profumi e viaggi centinaia di migliaia di euro di
donazioni dell’8 per mille alla Chiesa.