Corriere 4.4.16
Le 34 donne della Consulta femminile alla Santa Sede. «Contributo vero»
Donne
non solo cattoliche, non solo credenti, non solo italiane e non solo
europee. Ci sono mondi diversi nella Consulta solo femminile chiamata,
per la prima volta in un Dicastero della Santa Sede, a costituirsi come
organismo permanente e con il compito di «consigliare e arricchire
l’orizzonte» delle iniziative del Pontificio Consiglio della Cultura e
proporne di nuove. Il progetto incoraggiato da papa Francesco e promosso
dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente dello stesso «ministero» è
stato formalizzato giovedì scorso con la consegna delle lettere di
incarico al gruppo di 34 donne. La Consulta, che si avvarrà di una rete
di corrispondenti in tutto il mondo, ha affidato il coordinamento alla
sociologa Consuelo Corradi, pro rettore alla Lumsa, affiancata in questo
compito da Emma Madigan, Ambasciatore d’Irlanda presso la Santa Sede.
«Il senso della vostra presenza qui non è quello di colorare di rosa
questo Dicastero, ma di offrire un punto di vista diverso e un
contributo vero», ha insistito Ravasi aprendo i lavori. L’invito del
Cardinale segue le riflessioni avviate nelle prime due sedute informali
del gruppo promosso dopo la Plenaria sulle culture femminili del
Pontificio Consiglio. La strada è tracciata e la sfida «non più
rinviabile» per dirla con papa Francesco. «Non saremo chiuse in una
riserva, un recinto. Qui si tratta di incidere su tutte le attività del
Dicastero, a partire dal nostro punto di vista specifico» ha osservato
Corradi. «La Consulta — prosegue — si riunirà tre volte all’anno, ma tra
i gruppi di lavoro lo scambio sarà continuo. Ci incontreremo qui al
Pontificio Consiglio e saremo in contatto telematico con chi è lontana».
Con il vescovo Paul Tighe, segretario aggiunto del Pontificio, e con
monsignor Thomas Traguy , responsabile del dipartimento Fede e Scienza,
Ravasi ha illustrato alla consulta la traccia della Plenaria in
preparazione per l’autunno del 2017 dedicata alle «Nuove sfide
antropologiche». Scienziati ed esperti di fama internazionale
discuteranno di scienze della vita, genetica e cultura digitale,
partendo però da una questione antropologica, appunto, che riguarda la
ricerca di una definizione su cosa significhi essere persone umane.
L’obiettivo è duplice: da una parte porre al centro la questione etica,
che qualche volta viene trascurata dalla scienza; dall’altra avviare un
dibattito che coinvolga la Chiesa in queste tematiche. La Consulta ha
cominciato a dare il proprio contributo. Nel frattempo, sta riflettendo
sulla modalità per essere presente nell’anno giubilare della
Misericordia. Con uno sguardo femminile che porti ricchezza, competenza e
modernità.