Repubblica 3.4.16
Bambini in fuga, sbarchi raddoppiati
In Europa su 170.526 rifugiati gli adolescenti sono ben il 35 per cento del totale
Sono già 2.500 i minori non accompagnati arrivati in Italia. La rete di accoglienza è al collasso
di Vladimiro Polchi
ROMA.
C’è un popolo in fuga fatto di bambini: migliaia di minorenni che
sbarcano sulle nostre coste alla ricerca di una vita migliore. Spesso
soli. Le statistiche del Viminale li chiamano “Msna” (minori stranieri
non accompagnati): il loro numero quest’anno è più che raddoppiato.
Siamo già a quota 2.500. Un esercito, il loro, a volte invisibile. Tanti
infatti i minori che scompaiono dai centri d’accoglienza: dai 1.754 del
2012 ai 6.135 del 2015.
Il flusso non si ferma, anzi si ingrossa.
I migranti sbarcati in Italia dal primo gennaio 2016 al primo aprile
sono 19.353: ben il 90% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno
scorso. La rete dell’accoglienza è al limite, con oltre 111mila migranti
ospitati. E l’orizzonte pare ancor più fosco, con gli uomini del
Viminale che ipotizzano 270mila sbarchi nel 2016. Tra loro tanti minori.
I due ultimi casi: «Il primo aprile a Salerno su 542 persone arrivate,
101 erano minori stranieri non accompagnati. Cento egiziani e un
palestinese — racconta Carlotta Sami, portavoce per il Sud Europa
dell’Unhcr — il 31 marzo all’arrivo a Palermo di 364 persone, 56 erano
bambini soli». Stando a Save the Children, il loro numero è raddoppiato
nei primi due mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2015: per
la precisione dall’inizio del 2016 a fine marzo, sono circa 2.480 i
minori sbarcati nel nostro Paese. E di questi solo 118 sono
accompagnati. Eccola la differenza.
In Europa infatti (per lo più
in Grecia), su 170.526 immigrati arrivati via mare (dati Unhcr
aggiornati al 31 marzo) i bambini sono moltissimi (a gennaio 2016 erano
ben il 35% del totale). Spesso siriani, ma con famiglia. In Italia
invece quasi tutti sono soli, in gergo “non accompagnati”. «Negli ultimi
giorni — fanno sapere dal ministero dell’Interno — moltissimi ragazzi
egiziani soli vengono trovati sui barconi. Partono quasi tutti dalla
Libia». Nel 2015 i minori non accompagnati ospitati in Italia erano
11.921. In gran parte egiziani (2.753), albanesi (1.432), eritrei
(1.177). Il rischio è che il loro numero riprenda ora a salire.
«Oltre
86mila bambini non accompagnati sono stati registrati e hanno chiesto
asilo in Europa nel 2015, soprattutto in Germania e in Svezia — spiega
la Sami — il gruppo più grande è afgano (oltre 47mila nel 2015), seguono
i siriani e gli iracheni. Garantire l’identificazione dei minori non
accompagnati è una sfida difficile. In alcuni Paesi, come l’Italia, i
bambini sono riluttanti a essere identificati, in quanto ciò
ritarderebbe i loro ulteriori spostamenti verso altri Stati. E non
mancano rischi reali di finire vittime di sfruttamento». Questo spiega
perché in tanti scompaiono: il nostro è infatti considerato un “Paese
corridoio” per raggiungere il Nord Europa. I dati del ministero del
lavoro sono impressionanti: erano 1.754 nel 2012, sono diventati 6.135 i
minori scomparsi dai centri nel 2015.
« I minori soli che
arrivano senza alcuna figura adulta di riferimento nel nostro Paese sono
i soggetti più vulnerabili — conferma Raffaela Milano, direttore
programmi Italia- Europa di Save the Children — sono infatti a rischio
di violenza e sfruttamento se non adeguatamente protetti. Sono
solitamente adolescenti tra i 14 e i 17 anni, ma a volte arrivano anche
bambini di soli nove anni. Peccato che il disegno di legge, depositato
in parlamento dopo il naufragio del 3 ottobre 2013 al largo di
Lampedusa, per dare vita a un sistema organico di accoglienza dei minori
stranieri non accompagnati, giace da più di due anni presso la
commissione Affari costituzionali della Camera » .