Repubblica 30.4.16
La primavera di Pompei: così sotto il Vesuvio torna la grande bellezza
Restauri, mostre e concerti: finiti gli anni del degrado E aprono ai visitatori Villa imperiale e Antiquarium
di Antonio Ferrara
Chiusa la lunga stagione dei crolli, nel 2015 incassi da record e quasi tre milioni di biglietti venduti
POMPEI.
La
terza vita di Pompei ha le sembianze della grande sala da pranzo della
Villa Imperiale. Una lussuosa dimora con vista sul golfo di Napoli, dove
la vita scorreva tra l’otium e gli incontri quotidiani del padrone di
casa con i clientes, che venivano dalle campagne a omaggiare il patrono.
Con i fondi del Grande progetto Pompei, quelle stanze sono finalmente
aperte al pubblico, a pochi passi da Porta Marina, l’ingresso principale
nella Pompei dei record che ha fatto registrare 2.978.884 visitatori
nel 2015 e 21 milioni d’incasso.
Nelle sale della Villa Imperiale
ecco ricostruito un triclinio con arredi e oggetti da mensa, ecco la
diaeta, la sala da studio e riposo con vista sul mare. Danneggiato dai
bombardamenti alleati dell’agosto 1943, l’edificio non era stato mai
accessibile al pubblico. Al piano superiore c’è l’Antiquarium: riapre le
porte dopo 36 anni, era stato danneggiato dal terremoto dell’Irpinia.
Voluto nel 1870 dall’inventore della Pompei moderna, Giuseppe Fiorelli,
ora ospita il nuovo bookshop, il plastico ricostruttivo della città
prima dell’eruzione del 79 dopo Cristo, e un percorso con video che
introduce alla visita. All’interno, esposti reperti chiusi nei depositi,
alcuni mai visti: sono ex voto, statue e ceramiche dei santuari della
Pompei preromana e romana. Fino al 27 novembre, l’Antiquarium ospita la
mostra
Per grazia ricevuta: la Madonna di Pompei entra così per la
prima volta negli scavi, con l’assenso dell’arcivescovo Tommaso Caputo.
Domani Primo Maggio, in occasione della domenica gratuita, ingressi a
fasce orarie: di mattina potranno entrare al massimo 15mila persone, poi
cancelli chiusi e riapertura alle 14.30.
Quelle di Villa
Imperiale e Antiquarium sono solo le ultime aperture, frutto dei lavori
del-Grande progetto Pompei da 105 milioni di euro diretto fino a poco fa
dal generale dei carabinieri Giovanni Nistri (attualmente al comando
interregionale Ogaden) e affidato oggi al generale Luigi Curatoli.
«Contiamo entro la fine del 2016 — spiega Curatoli — di spendere 84
milioni di euro, l’intero importo sarà esaurito entro il 2018. Entro
l’estate apriremo altre quattro domus e consegneremo altri quartieri
messi in sicurezza. La sfida di Pompei può dirsi vinta».
Furono
gli affreschi della Villa dei Misteri, restaurati nel marzo 2015, a
stregare il ministro Dario Franceschini e a dare il segno del
cambiamento. Dalla Pompei dei crolli — si disse un anno fa — si passa
agli scavi delle meraviglie. Da allora, la città romana sepolta dal
Vesuvio nel 79 dopo Cristo assieme a Ercolano e Stabiae non ha smesso di
stupire. Le strade sono diventate un unico, vasto cantiere. Decine di
imprese lavorano a tempo pieno, e mese dopo mese si completano i
restauri e i lavori di messa in sicurezza, come quelli della Regio VIII,
che un mese fa hanno restituito alla visita intere strade. Nel maggio
2015 ci fu la mostra dei venti calchi delle vittime dell’eruzione
esposti nell’Anfiteatro, ad agosto la riapertura della Palestra Grande
con gli affreschi da Murecine, oggi affiancati dalle sette statue per la
mostra Egitto Pompei provenienti dal Museo egizio di Torino. A Natale
la visita di Matteo Renzi e l’apertura di altri sei edifici. «Ammirato
da questa bellezza esplosiva», si disse il premier. Quattro mesi fa sono
iniziati i lavori di ripristino della Schola Armaturarum: quel crollo
il 6 novembre 2010 causò la sollevazione della comunità scientifica
internazionale e fu lo spunto per dare l’avvio al Grande progetto
europeo. E ancora: a marzo scorso aperte altre 5 domus, tra le quali la
Casa di Octavius Quartio con uno splendido giardino. Poi è stata la
volta del Tempio di Iside, allestito con animazioni multimediali e un
video di Stefano Incerti. Prossime tappe: il percorso per diversamente
abili che consentirà a tutti di visitare gli scavi, anche ai non
vedenti, e l’inaugurazione il 15 maggio della mostra di Igor Mitoraj. Il
7 e 8 luglio David Gilmour riporta i Pink Floyd nell’Anfiteatro, il 12
sarà la volta di Sir Elton John. Vista così, Pompei è davvero cambiata.