sabato 30 aprile 2016

Repubblica 30.4.16
Roberto Speranza
“Ma questo patto rischia di far chiudere i dem”
intervista di G. C.

ROMA. «Se Denis Verdini entra nella maggioranza, è la fine del Partito democratico. Semplicemente il Pd non c’è più». Roberto Speranza, leader della sinistra dem, giudica l’incontro tra i democratici e i verdiniani un «errore gravissimo, un segnale opposto a quello di cui ci sarebbe bisogno. Io cerco di tenere nel partito la gente che fa fatica a starci ...».
Speranza, teme che di incontro in incontro Verdini sia ormai nell’anticamera della maggioranza?
«Credo che sia già in camera, altro che anticamera… Ma è un errore gravissimo, una cosa che militanti, iscritti, elettori del Pd non capiscono».
Cosa le fa venire l’orticaria, i sei rinvii a giudizio di Verdini?
«Sono un garantista ultra convinto, però un tale medagliere giudiziario fa riflettere. Per me il punto è politico, non è la vicenda giudiziaria: Verdini è stato colonnello del berlusconismo. Quella stagione a noi non ci appartiene e deve essere chiusa e allontanata».
In definitiva, si è trattato di un normale incontro parlamentare, dicono i capigruppo dem. Perché si scandalizza?
«Perché ogni volta che si accosta il nome del nostro partito a Verdini & company, il Pd perde un pezzo di credibilità. Una parte della nostra gente si volta dall’altro lato. Verdini può portarci transfughi e trasformisti in Parlamento: ma per ognuno di questi sono tantissimi i nostri elettori che se ne vanno. Ci fa perdere voti nel paese».
Secondo lei, perché Renzi ha voluto questo incontro?
«L’incontro è una iper legittimazione, di cui non c’era alcun bisogno, non serviva. Arriva a poche settimane dal voto nelle città e alla fine di una settimana di tensione tra magistratura e politica, dopo giornate di inchieste complicate: quanto di più inopportuno».
Però Verdini, all’epoca in Forza Italia, era in maggioranza con Monti e con Enrico Letta.
«Non sono vicende paragonabili: nel 2013 o si faceva un governo di larghe intese o non sarebbe nato nessun governo. Oggi invece un governo c’è, il dialogo con Verdini non è una necessità ma una scelta politica».
La preoccupa l’appoggio di Verdini alle amministrative?
«Mi preoccupa perché dà il segnale di una rotta, di una prospettiva politica».
Quale?
«Il rapporto con Verdini significa costruire un’altra cosa, che è il partito della nazione. Invece il Pd è il cardine del centrosinistra. Renzi è ambiguo, ma deve essere chiaro che un’alleanza in cui imbarchiamo tutto e il contrario di tutto per tanti di noi è inaccettabile».
Dopo questo incontro, sia il Pd che Verdini hanno negato la volontà di alleanza stabile. La sinistra dem tuttavia è in allarme?
«Lo dico a Renzi e alla segreteria: quando Verdini si accosta al Pd ne abbiamo un danno elettorale. E consiglio vivamente ai candidati del Pd alle amministrative di tenersi ben lontani dal sostegno dei verdiniani».