Repubblica 28.4.16
Dalla Polizia alla Gdf ecco le nomine
E Carrai è confermato alla Cybersicurezza
Marco
Carrai, presidente della società Aeroporto di Firenze, è uno degli
amici più stretti del premier Matteo Renzi, fin da quando quest’ultimo
era presidente della Provincia di Firenze
L’uomo avrà una struttura alla presidenza del Consiglio. Gabrielli in pole per la Ps
di Carlo Bonini
ROMA.
La partita delle nomine negli apparati di sicurezza del Paese entra nel
suo ultimo miglio. Quello infernale. Per il quale vale l’antica massima
del Conclave, per cui «chi entra Papa, esce cardinale ». A maggior
ragione a questo giro, perché mai nella storia repubblicana un governo
ha avuto l’occasione di definire in un’unica tornata incarichi che
ridisegneranno nel medio termine l’intero assetto della nostra
Intelligence, delle forze di Polizia, della Forza armata. Parliamo del
direttore del Dis, la struttura di vertice dei Servizi, del Capo della
Polizia, del direttore dell’Aisi, la nostra Intelligence interna, del
Comandante generale della Guardia di Finanza, del Capo di Stato Maggiore
della Marina militare, del nuovo responsabile per la cyber sicurezza
del Paese.
Il consiglio dei ministri che dovrebbe procedere con le
nomine è stato fissato per domani, con la possibilità di uno
slittamento a martedì della prossima settimana. Il che potrebbe
ulteriormente mischiare il domino. A cominciare da una tessera cruciale,
data sino a qualche settimana fa come acquisita e non più tale.
L’ambasciatore
Giampiero Massolo, dopo quattro anni di direzione del Dipartimento
delle Informazioni per la Sicurezza, la struttura di vertice dei nostri
Servizi, si avvia ad essere sostituito. La sua conferma sarebbe infatti
considerata in queste ore una soluzione di ripiego, figlia solo
dell’eventuale assenza di alternative condivise. Del resto, aspiranti e
candidati alla successione non mancano. Su tutti, Francesco Paolo
Tronca, ieri Prefetto di Milano, oggi commissario in Campidoglio, e, di
fatto, nelle ultime settimane, dato come candidato a ogni possibile
poltrona. Con lui, corre anche Alberto Manenti, attuale direttore
dell’Aise (la nostra Intelligence estera), anche se la sua candidatura è
data come fragile, non fosse altro perché aprirebbe una nuova casella
nella partita di nomine, quella del suo successore. Nei mesi scorsi si
era fatto anche il nome di Alessandro Pansa, che lascia la poltrona di
capo della Polizia per limiti di età, così come era stata accarezzata
l’ipotesi di Elisabetta Belloni, eccellente e rispettata diplomatica, ex
capo di gabinetto del ministro degli Esteri, apprezzatissima a Palazzo
Chigi e, potenzialmente, nomina in grado di segnare lo storico ingresso
di una donna al vertice dei Servizi. E tuttavia, il fatto di essere
stata nominata appena tre settimane fa nuovo Segretario Generale della
Farnesina sembrerebbe averla definitivamente allontanata dal Dis. È in
ogni caso forte la sensazione che sul Dis il governo potrebbe trovare
forse la vera “sorpresa” di un puzzle, per il resto, abbastanza
definito.
Marco Carrai, a quasi tre mesi dall’annuncio, diventerà
infatti il responsabile per la cyber sicurezza del Paese con un incarico
di consigliere a Palazzo Chigi e una mini struttura che, sotto il
profilo tecnico e normativo, non si sovrapporrà con il sistema
dell’Intelligence del Paese, dal cui circuito resterà estranea. Non
dovrebbero esserci sorprese neppure per il nuovo capo di Stato maggiore
della Marina militare, dove l’ammiraglio De Giorgi, travolto
dall’inchiesta di Potenza, dovrebbe essere avvicendato dall’ammiraglio
di squadra Valter Giradelli, capo di gabinetto del ministro, e al
momento preferito a Filippo Maria Foffi (comandante della squadra
navale). Né per il vertice del dell’Aisi, il Servizio segreto interno,
dove il generale Mario Parente, ex comandante del Ros dei carabinieri e
attuale vicedirettore, ha superato la concorrenza del generale della
Finanza Vicenzo Delle Femmine, già nel gabinetto del ministro Tremonti e
ora altro vicedirettore dell’Agenzia. E dove arriverebbe come suo vice
il generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia.
Anche il
prefetto di Roma Franco Gabrielli non sembra avere ostacoli tra sé e la
nomina a Capo della Polizia. E questo a dispetto delle voci, alimentate
soprattutto dall’entourage di Alfano, che vorrebbero come candidata
dalle quotazioni in ascesa Luciana Lamorgese, capo di gabinetto al
Viminale.
Diverso il discorso per il Comandante generale della
Guardia di Finanza. Negli ultimi giorni, la scelta si è stretta intorno a
due nomi. Il generale Giorgio Toschi, attuale comandante in seconda, e
il generale Luciano Carta, comandante dei reparti Speciali.
Un’alternativa che riflette fedelmente le due anime che da anni si
confrontano nel Corpo. Toschi è la scelta del Presidente del Consiglio.
Per la familiarità e la conoscenza maturata nei tempi del suo comando in
Toscana. Il Quirinale gli preferisce Luciano Carta, ufficiale
stimatissimo dal generale Rolando Mosca Moschini, ex comandante della
Finanza e ora consigliere militare di Mattarella. Di Toschi preoccupano
infatti le ombre allungate dalla vicenda giudiziaria di cui è stato
protagonista il fratello, Andrea, ex presidente della banca Arner
arrestato nel maggio 2014 nell’inchiesta sulla holding di partecipazione
finanziaria Sopaf. Oltre alle intercettazioni che, nel gennaio 2014, lo
vedevano alla taverna Flavia con gli allora generali Vito Bardi e
Michele Adinolfi impegnati a fare le scarpe al comandante generale
Capolupo. Se le due candidature si dovessero elidere a vicenda,
possibile la sorpresa di un terzo outsider. Come il generale Edoardo
Valente, comandante interregionale dell’Italia settentrionale.