Repubblica 28.4.16
Antonio Bassolino.
“Partito a rischio legalità basta con le conventicole. Renzi deve intervenire”
L’ex governatore lancia l’allarme: “Sull’orlo di un burrone morale il segretario garantisca rinnovamento e pulizia”
intervista di Conchita Sannino
NAPOLI.
«Io credo che al di là del clamore che dura un giorno, o delle
strumentalizzazioni in campo, noi dobbiamo avvertire un serio allarme:
politico e democratico. E credo che a Matteo Renzi debba essere chiara
una cosa: questa sarà la sua sfida nei prossimi tempi. La grande opera
di rinnovamento e pulizia del Pd. Perciò mi rivolgo a lui, deve metterci
mano ». Antonio Bassolino, il leader sconfitto lo scorso marzo alle
primarie per il Comune di Napoli dopo ricorsi e j’accuse durissimi è
ormai voce “dissonante” per eccellenza del Pd in Campania. Tanto da
osservare (quasi) alla finestra la corsa a sindaco della sua ex pupilla
Valeria Valente.
Bassolino, partiamo dal post che ha appena
pubblicato su Facebook. Lei punta alle inchieste che hanno colpito Nello
Mastursi, ex braccio destro del governatore De Luca, e ora Stefano
Graziano. E scrive: «Prima l’ex responsabile dell’organizzazione
accusato di corruzione di un giudice, ora il presidente regionale. La
giustizia faccia il suo corso, e si vedrà. Ma cos’altro deve ancora
accadere? Renzi intervenga prima che il Pd precipiti in un burrone
politico e morale ». Si riferiva anche alle amministrative?
«
Intanto Mastursi e Graziano, come tutti gli indagati, si difenderanno
nelle sedi giudiziarie. E badi che sono contro le preventive sentenze:
mediatiche e partitiche ».
Ha notato la celerità con cui si scaricano gli indagati?
«Dico
pure che io mi auguro che i procedimenti giudiziari siano
ragionevolmente brevi: ma perché lo siano, c’è bisogno di sostegni e di
investimenti sulla giustizia. Ma, oltre le indagini, esiste il sentiero
della politica, con i suoi doveri. Ed è lì che voglio stare io. Il tema
del rinnovamento del Pd è nazionale, e certo si incrocia con le
amministrative».
C’è il rischio di ulteriori infiltrazioni?
«Qui
andiamo alle elezioni a Napoli, in tutta la provincia e in tanti centri
del casertano. C’è una proliferazione spaventosa di liste, avremo
migliaia di candidati, con un problema enorme che si porrà per ogni
partito, e certamente per il Pd. Ecco perché mi rivolgo a Renzi: se
vogliamo aprire porte e finestre, c’è da fare una grande operazione di
rinnovamento. Più vincono i gruppi ristretti, più aumenta il rischio di
infiltrazioni. Più c’è l’opinione pubblica intorno al Pd, più entra aria
fresca».
Lei chiede a Renzi di “metterci mano”. Ma la questione morale che esplode ora non era in incubazione da anni?
«Difatti,
penso che si sarebbe dovuto già intervenire da tempo, come partito
nazionale. E su più livelli. Siamo di fronte a una trasformazione delle
organizzazioni criminali che, decapitate e indebolite, con la loro
natura sempre più diffusa, sono sempre più tentate dagli appalti
pubblici, dalla penetrazione negli enti locali. E nello stesso
territorio, com’è avvenuto a Secondigliano nove giorni fa, abbiamo
giovanissimi camorristi che sparano contro una caserma dei carabinieri.
Quindi, la sfida è enorme sul territorio: interroga la politica e il Pd
in particolare. Vale anche all’interno, su regole e trasparenza. Per
esempio: un giovane normale oggi trova difficoltà a iscriversi, in gran
parte anche il tesseramento è in mano a gruppi organizzati. E nei
territori dove il confine tra legalità e illegalità è molto labile,
bisogna avere l’asticella alta, stare molto attenti, ecco perché io ho
cercato di fare una battaglia di legalità».
Ora ritorna al suo scontro sulle primarie?
«È
un esempio. Se una commissione di garanzia sentenzia che distribuire
soldi fuori a un seggio “non è inappropriato”, mi cadono le braccia.
Poi, io sono un militante e combatto. Un altro pensa: “allora fatevelo
voi questo Pd”».
Così non si rischia di confondere il malcostume politico con la camorra?
«Ovvio.
Non sarò certo io a fare di tutta l’erba un fascio. Però in tanti
territori bisogna sapere che i principi di legalità sono importanti.
Questo è il tema del confine tra lotta contro le mafie e lotta per la
legalità. Ed è sempre rischioso far finta di niente».