Repubblica 21.4.16
“First Lady mostro” In Israele è bufera su Fiamma Nirenstein
È la candidata di Netanyahu
di Fabio Scuto
GERUSALEMME.
«La scelta dell’ex parlamentare italiana Fiamma Nirenstein come
prossimo ambasciatore di Israele a Roma è stata controversa fino ad ora
soprattutto a causa dell’opposizione da parte della comunità ebraica
italiana e di vari ministeri italiani. Ora, sembra che i commenti
scritti in passato come giornalista che ha “coperto” Israele per diversi
media italiani potrebbero anche causare qualche dispiacere nell’ufficio
del primo ministro Benjamin Netanyahu».
Haaretz torna così per la
seconda volta in una settimana sul caso Nirenstein, sul quale il
quotidiano liberal israeliano ha già espresso il suo giudizio negativo,
anche per i diversi “conflitti di interesse” che suscita sia in Italia
che in Israele.
L’articolo dell’insider diplomatico del giornale
cita un pezzo scritto dalla Nirenstein del 1996 in cui si riferiva alla
moglie di Netanyahu, la potentissima Sara, come a «un mostro vestita da
first lady ». L’articolo — che come scrive Haaretz è ancora sul sito
ufficiale italiano della Nirenstein — è quasi un tiro a segno, il cui
bersaglio unico è Sara. È descritta come nevrotica ossessiva, soggetta a
scatti d’ira, affetta da avarizia ossessiva. Incapace nel ruolo di
first lady e spregiudicata nell’uso pubblico della famiglia.
Giudizi
di venti anni fa, ma che potrebbero dispiacere al premier, e
soprattutto indispettire la potentissima consorte. È noto a tutti a
Gerusalemme che qualsiasi nomina, investitura, candidatura decisa dal
primo ministro passa prima per il vaglio della moglie. Bibi e Sara sono,
come scrivono i giornali israeliani, un “brand” indissolubile,
nonostante le molte disavventure, le gaffes, gli scandali sulle spese e
le questioni legali con il personale di servizio, inciampi sui quali il
gossip impazza sempre. Ma tutti sanno a Gerusalemme che “chi tocca Sara
muore”, ne hanno fatto le spese diversi parlamentari, diplomatici,
membri dello staff, ministri e anche un capo del Mossad.
Netanyahu
finora si è molto speso per difendere una candidatura avversata da
tutti: ministero degli Esteri israeliano, comunità italiana in Israele,
comunità ebraica romana. C’è stato anche un “discreto” messaggio del
governo italiano, smentito poi da Palazzo Chigi con due righe che non
hanno convinto nessuno. Fiamma Nirenstein non è il primo caso di un
cittadino israeliano nato all’estero ad accedere al ruolo di
ambasciatore — come Micheal Oren nato negli Usa e negli anni scorsi
rappresentante all’Onu — ma nessuno è mai stato prima parlamentare di un
altro Stato.
Finora il premier ha ignorato i già noti conflitti
di interesse — una pensione dallo Stato italiano, è stata dipendente del
Ministero degli Esteri italiano, un figlio nell’Aise — e un’età (71
anni) nella quale i diplomatici israeliani sono già in pensione da
diverso tempo. Ma adesso se si scatenano le famose “ire di Sara” la
nomina diventa davvero difficile. La sensazione è che un suo passo
indietro volontario, sarebbe in questo momento apprezzato da tutti.
Anche da Sara.