giovedì 21 aprile 2016

Repubblica 21.4.16
Ingar Johnsrud
“Sentenza shock, ma i diritti valgono per tutti”
“Lo Stato di diritto non applica la vendetta nemmeno a un criminale”
intervista di A. T.

«Per i parenti delle vittime e per tutti i norvegesi è troppo presto, non è ancora arrivato il momento di offrirgli condizioni di detenzione più morbide. Ma la Norvegia mantiene la convinzione che i valori democratici del nostro modello debbano valere per tutti». Così commenta a caldo lo scrittore Ingar Johnsrud (il suo romanzo d’esordio, Gli adepti, è stato appena pubblicato in Italia da Einaudi).
Cosa pensa della sentenza?
«Sono sorpreso. Parlare di violazione dei diritti umani è un concetto forte: lui ha una cella speciale, uno spazio pari a un costoso mini- appartamento di Oslo. Ben più degli altri detenuti. Il verdetto gli dà ragione su isolamento e perquisizioni personali. Non sui contatti con l’esterno, con la galassia neonazista: è ritenuto pericoloso. La sua vita quotidiana in prigione potrà cambiare, ma non subito: lo Stato presenterà appello».
Giusto che lo Stato di diritto sia tale anche coi peggiori nemici?
«La sentenza prova che noi, la democrazia, siamo superiori a terroristi come lui, abbiamo valori vincenti anche rispetto ai criminali. Breivik non è un criminale normale, ma ha 37 anni, e vivrà in prigione molto a lungo».
Le sue vittime di Utoya non avranno mai 37 anni...
«È vero. Ma lui ora è in prigione e lì resterà. Non puoi tenere una persona isolata in eterno, neanche un simile criminale, ha diritto a vedere ridotte le condizioni di isolamento in cui si trova. Però i norvegesi pensano che sia troppo presto: la sua, di sentenza, pose fine alle vite di 77 persone».
Quali pensa possa essere la reazione del l’opinione pubblica?
«La gente è sorpresa, molti indignati. Non soltanto i parenti delle vittime. Rispetto alla portata dei suoi crimini, molti pensano che concessioni o gesti di clemenza siano prematuri. Tutti si aspettavano condizioni di prigionia più leggere, ma non adesso, col ricordo della strage ancora caldo. Lo Stato di diritto gli dà ragione su perquisizioni corporali invasive,i norvegesi pensano: e le sue pallottole contro i nostri ragazzi non erano invasive? Cosa si aspettava massacrando e scegliendo poi di arrendersi e finire in prigione? Ma lo Stato di diritto non applica la vendetta: solo la giustizia secondo i suoi valori moderni. Anche contro un uomo pericoloso, nazista globale».