Repubblica 20.4.16
Cantone: gli appalti per la scuola violano la concorrenza
Delibera dell’Anac che richiama il governo sui contratti per la pulizia degli istituti
di Tommaso Ciriaco
ROMA.
L’Anticorruzione boccia la “Buona scuola” del governo Renzi nella parte
relativa alla proroga degli appalti riguardanti la pulizia degli
istituti. Un mega affare da centinaia di milioni di euro. Con una
delibera appena resa pubblica, l’Autorità mette nero su bianco ruvide
segnalazioni rivolte a Palazzo Chigi e al Parlamento. Denuncia tra
l’altro la violazione della concorrenza, i danni alla spending review e
l’aumento dei costi per la collettività. Ma non basta. L’authority di
Raffaele Cantone sollecita anche un intervento normativo che vieti in
futuro di aggirare le normali procedure d’appalto e rispetti le linee
guida comunitarie.
La vicenda, in sintesi. Nella riforma della
scuola era prevista la proroga di un anno - fino al luglio 2016 - dei
servizi di pulizia scolastici. Non certo una novità, visto che i termini
erano stati allungati di nove mesi già nel 2014. La decisione non
convince il gruppo degli ex grillini di Alternativa libera, che scrivono
a Cantone per denunciare alcune anomalie. Tra queste, la presenza tra i
titolari delle convenzioni di una società commissariata per Mafia
Capitale, nel cui consiglio di sorveglianza faceva parte anche Salvatore
Buzzi. Come se non bastasse, i deputati richiamano l’istruttoria
dell’Antitrust che porterà quattro aziende interessate dagli appalti ad
essere sanzionate per aver alterato lo svolgimento delle gare per
spartirsi i lotti a disposizione. L’Autorità risponde nel settembre
2015, non riscontrando «profili di intervento » diretto, ma trasmettendo
la memoria alla Procura «per gli eventuali profili di reato ».
Sei
mesi dopo, però, colpo di scena. Infatti 13 aprile arriva la delibera
con la quale Cantone fa a pezzi la cattiva abitudine di prorogare gli
appalti. Nel testo, l’Anticorruzione riconosce che la pratica è spesso
finalizzata a «tutelare i livelli occupazionali » dei lavoratori
socialmente utili. Ma questo atteggiamento, scrive, rischia di
determinare «un notevole effetto distorsivo sul mercato dei contratti
pubblici» e consolida le posizioni dei colossi del settore. La
Costituzione tutela la concorrenza, ricorda l’autorità, e comunque
queste deroghe sono «inidonee a risolvere rilevanti problematiche
sociali». Secondo l’Anticorruzione, così facendo il legislatore non
rende un buon servizio all’«economicità delle commesse pubbliche» e, di
conseguenza, allontana l’obiettivo di una corretta spending review. La
ragione? Le proroghe vincolano le scuole ad accettare contratti non
sempre in linea «con le migliori condizioni economiche che il mercato
può offrire». Da qui l’ultima richiesta, quella di un «intervento
urgente» per vietare appalti che dribblano le procedure standard.
Nove
mesi dopo la denuncia, Massimiliano Artini plaude all’intervento di
Cantone. «Denunciammo questa storia in un’Aula strapiena - ricorda - ma
nessuno fece nulla. Ora l’Anticorruzione certifica che quanto dicevamo
era fondato. Da allora gli italiani hanno continuato a pagare centinaia
di milioni di euro per appalti prolungati illegalmente. Ad agosto,
quando la proroga scadrà, quelli che si sono arricchiti l’avranno fatta
franca».