Repubblica 20.4.16
Bellocchio, Virzì e Giovannesi l’Italia d’autore arriva a Cannes
Dopo l’esclusione dal concorso tre “nostri” film alla “Quinzaine”
di Arianna Finos
ROMA
L’Italia dilaga al Festival di Cannes: esclusa dalla corsa alla Palma,
fiorisce nelle sezioni collaterali. Tre titoli alla prestigiosa
Quinzaine des Réalisateurs. Che apre il prossimo 12 maggio, è annuncio
di ieri, con Fai bei sogni di Marco Bellocchio e schiera in gara Paolo
Virzì con La pazza gioia e Claudio Giovannesi con Fiore.
«È un
grande piacere, specie la collocazione nella sezione più scapigliata e
meno pomposa, peraltro in ottima compagnia, con un monumento come
Bellocchio e col battagliero Giovannesi», sottolinea con un filo di
ironia Virzì.
La pazza gioia racconta la fuga di due donne,
Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi, da una comunità terapeutica
per disturbi mentali. Virzì: «Siamo emozionati di mostrare in
un’occasione importante come Cannes la nostra storia di follia, di
ribellione alle regole, di amicizia curativa tra due donne dalla vita
complicata». Definisce il debutto alla rassegna francese «un’occasione
importante: sembra una messinscena perfetta per dare a un cineasta la
sensazione strepitosa di essere, almeno per qualche giorno, al centro
del mondo».
Dato fino all’ultimo tra i titoli in concorso per la
Palma d’Oro, Fai bei sogni approda in apertura della Quinzaine. Il film
di Bellocchio è tratto dal romanzo di Massimo Gramellini e racconta di
un segreto celato in una busta per quarant’anni. La storia di un
bambino, poi di un adulto, che imparerà ad affrontare il grande dolore
della perdita della madre. Valerio Mastandrea, il protagonista (con
Berenice Bejo e Fabrizio Gifuni), ha un ruolo importante anche nel terzo
italiano alla Quinzaine, Fiore di Claudio Giovannesi. Dice il regista
di Fratelli d’Italia e Alì ha gli occhi azzurri: «È emozionante andare
con Bellocchio e Virzì, che dieci anni fa mi selezionò per il Centro
sperimentale di cinematografia. E con il mio mito Pablo Larraín». Fiore
racconta il sentimento che nasce tra un ragazzo e una ragazza detenuti
in un carcere minorile, Mastandrea interpreta il padre di lei. «Volevo
mettere al centro una storia d’amore. Nel carcere minorile c’è il
divieto di incontro tra maschi e femmine e quindi questi adolescenti nel
2016 si trovano a vivere una storia romantica, d’altri tempi, un amore
proibito fatto di sguardi da una cella all’altra e lettere clandestine. È
un film sul desiderio e l’impedimento dell’amore, in cui l’unica morale
è quella dei sentimenti e non della legge ».I tre alla Quinzaine des
Réalisateurs si aggiungono a Pericle il nero di Stefano Mordini, dal
romanzo di Giuseppe Ferrandino (Un Certain Regard), il documentario
L’ultima spiaggia (proiezione speciale) sul muro che divide uomini e
donne in uno stabilimento di Trieste e, alla Semaine de la critique, I
tempi felici verranno presto di Alessandro Comodini sulla fuga nella
foresta di due giovani che si intreccia con una leggenda.