mercoledì 20 aprile 2016

Repubblica 20.4.16
Roma
L’incubo terzo posto fa tremare il Pd
In un sondaggio Raggi al 29% e Giachetti sorpassato da Meloni. Renzi gioca la carta delle Olimpiadi contro i 5Stelle: se vincono, addio Giochi. Nel centrodestra Berlusconi resiste su Bertolaso: appoggio incondizionato
di Giovanna Vitale

ROMA.Non servivano i sondaggi per capire che a Roma, per il Pd, tira una brutta aria. Che Roberto Giachetti, candidato sindaco lanciato da Renzi, rischia di concludere la sua corsa al primo turno: escluso persino dal ballottaggio.
Da giorni al Nazareno arrivano messaggi allarmati, resoconti di liti all’interno del comitato elettorale, grida d’aiuto lanciati da ministri e parlamentari, che osservano sbigottiti l’andamento di una campagna che stenta a decollare. «Dire che siamo preoccupati è dire poco», sussurrano ai piani alti del partito, «Roberto non sta andando bene, è come se girasse a vuoto, si è rinchiuso in un fortino e non parla più con nessuno ». Nemmeno, pare, con i vecchi amici di un tempo, i suoi principali sponsor, quelli che l’hanno voluto e sostenuto in questa difficile avventura: riconquistare il Campidoglio dopo la vergogna di Mafia Capitale e la caduta di Ignazio Marino.
Voci che devono essere arrivate forti e chiare anche all’orecchio del segretario-premier, pronto a scendere in campo per difendere quella che è innanzitutto una sua scelta. E perciò partito lancia in resta contro Virginia Raggi, la sfidante più temibile, che da una capitale a 5 stelle potrebbe creare non pochi problemi al presidente del Consiglio. «Se a Roma vince il candidato contro le Olimpiadi ci sono conseguenze per il governo nazionale, nel senso che non possiamo più fare i Giochi», ha agitato lo spauracchio Renzi al Tg1. Un’incursione che segnala per lo meno un’apprensione, l’ansia per una gara dall’esito incerto, che potrebbe travolgere anche lui.
D’altra parte, che fosse una sfida al limite del possibile ne erano consapevoli in tanti, dentro e fuori il Pd. Ma che potesse virare nella peggiore sconfitta dell’ultimo quarto di secolo, non era stato neppure messo in conto. E invece le rilevazioni più recenti, commissionate a vari istituti di ricerca, dicono tutte la stessa cosa: il candidato del centrosinistra rischia di arrivare terzo, non entrare neanche al ballottaggio. Nel 2008 persino Francesco Rutelli risultò in testa al primo turno, salvo poi subire la rimonta di Gianni Alemanno. E hai voglia a dire che «io ai sondaggi credo poco, soprattutto quando si parla ancora di percentuali alte di indecisi», come ha fatto ieri il diretto interessato. I candidati dem in assemblea capitolina si stanno già attrezzando, stringendo accordi trasversali tra correnti per alzare l’asticella dei consensi: «Se va bene eleggeremo non più di 6-7 consiglieri, inutile farsi troppe illusioni », taglia corto uno di loro.
Tutti convinti che la fotografia scattata dalla Euromedia Research di Alessandra Ghisleri sia quella più aderente alla realtà. Con la grillina Raggi ormai imprendibile al 29%, Giorgia Meloni dietro con il 22, Giachetti in discesa al 19,5, il civico Alfio Marchini all’8,5, il forzista Guido Bertolaso al 7, Stefano Fassina di Sinistra italiana al 5, Francesco Storace de la Destra al 2.
Dati che se non hanno scoraggiato Berlusconi, sbarcato ieri a Roma per sedare la rivolta interna a Fi e rinnovare il suo «appoggio incondizionato» all’ex capo della Protezione Civile — incontrato a Palazzo Grazioli per concordare la sua prima uscita pubblica con lui, domani sul Tevere, in concomitanza con l’apertura della campagna della Meloni — certo non fanno demordere Giachetti. E ciò nonostante i tanti no incassati dal commissario romano del Pd Matteo Orfini per la casella in teoria più ambita: il capolista Pd. Non solo diverse esponenti della società civile hanno già declinato, nel timore di non essere elette, ma a rispondere picche è stato anche l’ex assessore alla Legalità Alfonso Sabella. Tant’è che ora si sta pensando di ripiegare su Piera Levi Montalcini, nipote dell’illustre premio Nobel, che tuttavia presenta una controindicazione: è consigliera comunale uscente a Torino.
Ma è ormai tardi per i ripensamenti. Oggi le 7 liste in appoggio al centrosinistra verranno depositate in Antimafia e poi pubblicate online. E pazienza se, salvo eccezioni, non ci saranno quei nomi altisonanti auspicati al principio: n. 1 dei Cattolici sarà Maria Fida Modo, primogenita dello statista dc trucidato dalle Br; la civica Giachetti punterà sul prof scrittore Marco Lodoli; i Socialisti sul giornalista Aldo Forbice; coi radicali ci sarà Mina Welby. La corsa però è tutta in salita.