Repubblica 1.4.16
Scommessa, inventiva e creatività perché la traduzione è lo sport estremo più pericoloso
di Valerio Magrelli
Il
saggio di Franco Nasi ripercorre le avventure più curiose di un
mestiere nato con il crollo della Torre di Babele Dall’antichità fino
agli esperimenti linguistici di Georges Perec
L’attività della traduzione ha a che fare per definizione con la figura del prigioniero (dal latino
captivus),
trasportato da un luogo all’altro nella stessa maniera in cui il testo è
destinato a migrare di lingua in lingua. A sottolinearlo è Franco Nasi
nel saggio Traduzioni estreme (Quodlibet). Parlando dell’ufficio
traduzioni del tribunale, il luogo in cui ci si occupa di controllare e
spostare i carcerati, la sua premessa cita un anagramma proposto da
Stefano Bartezzaghi partendo dal termine “cattiveria” (anch’esso
derivato da captivus). Ebbene, basta cambiare posto a poche lettere, per
ottenere “creatività”. Siamo al cuore di questo libro, che ha come tema
la creatività nelle traduzioni, e in particolare in quelle estreme.
Nata
con l’uomo, o se si preferisce col crollo della Torre di Babele,
considerata da un celebre critico «il più complesso genere di evento mai
prodotto nell’evoluzione del cosmo», la traduzione è oggi diventata una
disciplina di vastissima portata, da cui discendono ricerche specifiche
quali la “traduttologia” e la “translatica”, più note con l’espressione
Translation Studies. In un panorama tanto ampio il lavoro di Nasi si
raccomanda per diverse ragioni, prima fra tutte la sua leggibilità. Lo
si vede sin dalla curiosa titolazione dei capitoli, aperti da alcune
pagine su Traduzioni estreme e sci fuori pista (sottotitolo: La gravità e
la neve), per poi passare alle sezioni Lipogrammi, pangrammi e
anagrammi o Acrostici alfabetici e inversi. Difficile immaginare un
divario più ampio. Eppure il ricorso a codici tanto lontani fra loro
quali appunto quelli di slalom e enigmistica (quest’ultima da intendersi
come parente stretta della poesia) funziona a perfezione, consentendo a
chiunque di comprendere il difficile meccanismo di alcuni strepitosi
virtuosismi verbali.
Eccoci all’assunto del libro: l’incarico del
traduttore, di per sé arduo, si fa addirittura inaudito di fronte a
composizioni volutamente difficoltose, estreme. Questo aggettivo si
riferisce a opere particolari, cioè formalmente vincolate (quelle che
nello sci chiameremmo “piste nere”), scritte assumendo intenzionalmente
restrizioni insolite. Prendiamo il lipogramma. Si tratta di una
creazione letteraria realizzata secondo un particolare artificio:
l’omissione di tutte le parole in cui compare una determinata lettera o
un determinato gruppo di lettere. L’esempio più famoso è costituito dal
romanzo di Georges Perec,
La disparition ( La scomparsa).
Uscito
nel 1969 (in era pre-computer), il volume consta di oltre 300 pagine,
oltre 70 mila parole e quasi 300 mila caratteri, nelle quali non viene
mai impiegata la “e”. Scelta significativa, in quanto, essendo tale
vocale la più utilizzata nel francese, sta a dimostrare come lo
scrittore abbia voluto raccogliere la massima sfida – per continuare la
metafora sciistica, basterebbe pensare allo slalom speciale. Ora, se
scrivere un testo del genere ha dell’eccezionale, immaginate cosa
significherà tradurlo… Una simile impresa (rendere in un’altra lingua il
vincolo lipogrammatico) parrebbe impossibile, invece è riuscita a un
gran numero di casi, tanto che La scomparsa è apparsa in turco, svedese,
russo, olandese, rumeno o spagnolo (in quest’ultimo idioma con un
lipogramma in “a” anziché in “e”).
Dunque anche una traduzione
così estrema si rivela fattibile, sfruttando con creatività le
possibilità ludiche e combinatorie degli alfabeti. Cosa succederebbe,
tuttavia, se volessimo riprodurre il testo in una lingua che non ha un
alfabeto fonetico, bensì idiogrammatico come il cinese? La risposta di
Nasi dischiude nuovi orizzonti: «Qui la discesa, più che sulla neve
fresca, sarebbe una discesa sull’acqua. Ma, come si sa, anche su quella,
volendo, si riesce a sciare».
IL LIBRO Traduzioni estreme di Franco Nasi ( Quodlibet pagg. 176, euro 18)