Repubblica 18.4.16
“Hillary, fondi osceni” Clooney si pente delle cene elettorali
di F. Ramp.
NEW
YORK. «I soldi che ho raccolto io stesso per Hillary Clinton sono
osceni. Ha ragione Bernie Sanders». Parla George Clooney, a sorpresa,
nella parte del pentito. Le cene di raccolta fondi da lui presiedute
hanno scatenato manifestazioni di protesta. E Sanders apprezza il
coraggio dell’attore: «Bravo, rispetto la sua onestà. È una tragedia
tutto questo denaro che compra le elezioni». (Due miliardi è la stima
del “costo” di questa campagna, e a novembre perfino questa soglia
record potrebbe essere oltrepassata).
Lo scambio avviene a poche
ore dalla primaria democratica di New York, dove la Clinton è in
vantaggio secondo i sondaggi. Il fattaccio però si è svolto in
California. George e la moglie Amal hanno fatto da anfitrioni per eventi
a San Francisco e Los Angeles. A San Francisco i ricchi democratici
avevano due opzioni: un raduno all’hotel Fairmont al prezzo di 33.000
dollari, una cena ancora più esclusiva a casa dell’imprenditore Shervin
Pishevar, ingresso 350.000 dollari. Il ricavato andava alla campagna
elettorale di Hillary. Quelle cifre fanno scalpore perfino nella Silicon
Valley dove pullulano i giovani milionari delle start-up. Centinaia di
giovani si sono radunati per protesta, e per denunciare le crescenti
diseguaglianze sociali che affliggono la stessa San Francisco. Alla fine
Clooney ha dato ragione a loro. Alla tv Nbc la star di Hollywood ha
detto: «Sì, capisco i manifestanti. Quelle quantità di denaro sono
oscene. Sanders ha preso la posizione giusta». Il denaro dei miliardari,
delle multinazionali e delle lobby è uno spartiacque fra i candidati
democratici. Sanders è tornato alla carica nell’ultimo duello televisivo
con Hillary: «Stiamo scivolando verso un regime oligarchico». Il
senatore socialista ha attaccato l’ex segretario di Stato chiedendo tra
l’altro che renda pubblici i discorsi che fece a pagamento (675.000
dollari) alla Goldman Sachs. Confermando i sospetti di chi la considera
poco trasparente, Hillary ha “truccato” le videoriprese in modo da
rendere quasi inaudibili le sue parole. Difficile verificare se lei si
dimostrasse troppo amichevole verso i top manager di Wall Street in
quegli incontri privati. In realtà per la primaria di New York Bernie
batte Hillary nella raccolta fondi: ma lui ha quasi soltanto piccoli
donatori, semplici cittadini, lei vede arrivare gli assegni con tanti
zeri.
La campagna di Sanders ha avuto un seguito nelle piazze di
Washington e New York durante il weekend. Dall’organizzazione di
sinistra MoveOn, ad un redivivo Occupy Wall Street, hanno protestato
contro Citizen United, la famigerata sentenza della Corte suprema che
dal 2010 ha reso ancor più illimitati e incontrollabili i versamenti in
campagna elettorale, soprattutto se per sostenere un candidato usano lo
schermo di un Political Action Committee (Pac), formalmente
indipendente. Il tema fa presa in una città come New York dove c’è
un’opinione pubblica progressista. Ma altre zone dello Stato sono più
moderate. Hillary ha avuto l’appoggio dall’apparato di partito, inclusi
il governatore Andrew Cuomo e il sindaco Bill de Blasio. Una vittoria di
Sanders, considerata improbabile, sarebbe un terremoto tale da
rimettere in discussione l’intera campagna.