lunedì 18 aprile 2016

Repubblica 18.4.16
Michele Emiliano.
Il presidente della Puglia non pensa di aver perso “Più voti del Pd alle europee”
“Un popolo si è ribellato da oggi il premier farà i conti con me”
“I cittadini hanno bussato al fortino del potere, prima o poi sfonderemo il portone
È finito il vecchio modo di governare il Paese dall’alto, la gente non vuole più soprusi
presidente della Regione Puglia”
intervista di Domenico Castellaneta

BARI. «Questo è solo l’inizio. Oggi Matteo Renzi sa con chi deve fare i conti».
Con Michele Emiliano?
«Deve farli con questo popolo meraviglioso che non si è arreso. Io sono solo un presidente di Regione che ha semplicemente obbedito al suo programma e al voto unanime del consiglio regionale ».
Il governatore della Puglia sul referendum ha puntato testa, cuore, faccia e credibilità. Alle 11 della sera Michele Emiliano ha un foglio con le percentuali, dal Piemonte alla Sicilia, fa un cerchietto sui numeri, poi declama: «Un ciclo è morto. La politica fatta dalle correnti e dalle tabelline pitagoriche è finita. C’è un popolo che bussa alla porta e chi pensa di rinchiudersi nel fortino del potere sappia che prima o poi quel portone lo abbattiamo ».
Sembra una dichiarazione di guerra.
«Io faccio il presidente della Puglia e continuerò a farlo».
Non si direbbe.
«Forse in Italia non abbiamo capito niente di quello che sta succedendo alla politica. Non l’abbiamo capito nemmeno con la scossa dei Cinque stelle. Quel vecchio modo di governare il paese dall’alto non esiste più».
Torniamo al referendum. Una sconfitta o una vittoria di Pirro?
«Una grande vittoria politica che ha dimostrato come, col sabotaggio sistematico della comunicazione di governo, con l’opposizione strenua dei poteri forti di questo paese e non solo, a cominciare dai petrolieri, con le correnti o pseudo tali del partito di maggioranza che non hanno fatto altro che remarci contro, ebbene contro tutto questo, dodici milioni di italiani sono andati alle urne infischiandosene di chi ha fatto di tutto per indurli a rimanere a casa. Vi sembra poco?».
Allora è vero che il referendum era tutto politico?
«Questa è politica, è la ribellione della gente dinanzi al sopruso di chi dice che io posso fare tutto quello che voglio del tuo mare, della tua terra, della tua vita. Così non va. Quei milioni di italiani lo hanno detto chiaro e forte, spero che Matteo Renzi li abbia sentiti».
Però il quorum è rimasto un miraggio. Alla fine non contano i numeri?
«Appunto. Sono molti più voti di quelli che il Pd ha preso nel suo più grande risultato elettorale che sono le europee di due anni fa. Per il Pd nel 2014 votarono 11 milioni di cittadini. A questo referendum promosso dalle Regioni, di cui sette a maggioranza di centrosinistra, hanno partecipato ancora più elettori. E la quasi totalità ha detto sì. A proposito di europee, mi ricorda chi parlò di risultato storico?».
Si riferisce a Matteo Renzi?
«A lui e a tanti altri. Lui e tanti altri che hanno voluto sfidare il Paese con l’invito all’astensione. Era una cosa che si poteva evitare. Probabilmente, però, questo invito ha avuto un effetto boomerang. Siccome mi dici di non andare a votare, io ci vado ».
Esiste un partito No Triv?
«Gli italiani che hanno votato sono già il più grande gruppo ambientalista europeo per nuovo modello industriale ed energetico. Ripeto: qualcuno dovrà fare i conti con loro».
Lei sostiene che la linea politica del Pd deve cambiare. Non ha ragione la Boschi quando dice che per farlo bisognerebbe semplicemente candidarsi al congresso?
«Le regole dei partiti le conosco anch’io. Non ho alcuna intenzione di candidarmi al congresso, né a quello presente e virtuale, né a quello possibile e futuro. Io continuerò a fare il governatore della Puglia che mi ha eletto».