Corriere 18.4.16
Emiliano
«Matteo ci rispetti Alle Europee i dem hanno preso meno»
Il governatore: è stato un grande successo Ma loro hanno ascoltato di più i petrolieri
intervista di Alessandro Trocino
ROMA «È stato uno straordinario successo».
Ma come? Non l’avete neanche sfiorato il quorum .
«Davvero una splendida giornata di democrazia. Ora le spiego perché».
Michele
Emiliano, governatore pugliese, è stato tra i promotori del referendum
sulle trivelle e non ha risparmiato toni duri contro Renzi, accusato di
essere «un venditore di pentole» e di aver «violato la Costituzione»,
invitando all’astensione.
È un successo il mancato quorum?
«Ci
sono stati 14 milioni e mezzo di voti. È il secondo referendum più
partecipato negli ultimi 15 anni, dopo quello sull’acqua. È più di
quanto ha preso il Pd alle Europee. Siamo di fronte alla più grande
aggregazione ambientalista d’Europa, che chiede risposte».
La maggioranza dei cittadini non ha detto sì, supportata dal governo.
«Il
governo aveva tentato un’operazione segreta: inserire nello sblocca
Italia norme che avviavano la trivellazione nelle 12 miglia. Quando
abbiamo provato a discutere, il governo non ci ha ricevuto. E solo di
fronte al referendum si è dovuto fermare. Abbiamo stravinto».
D’accordo, ma sulla proroga delle 91 trivelle esistenti, non ha ceduto. E ha vinto il referendum.
«Sa
perché non è tornato indietro? Su 91 trivelle, quasi la metà sono
impianti produttivi non eroganti. Cioè impianti esauriti, che se
chiedessero la proroga, non la otterrebbero. Il che significa
costringere i petrolieri a investire un miliardo di euro per lo
smantellamento di 37-38 impianti. Togliendo il termine finale, il
governo consente ai petrolieri di spalmare i costi su un tempo più
lungo».
Renzi l’ha attaccata nel discorso dopo il voto.
«Un
onore che non mi merito: non ho ambizioni politiche e non mi spavento.
Ma siccome li abbiamo presi “con le mani nella marmellata”, l’ho visto
preoccupato. Ci rispetti».
Lei dipinge un governo ostaggio delle lobby dei petrolieri.
«Non so se sia ostaggio. So che le Regioni non sono state ricevute. I petrolieri hanno avuto accesso facile».
Questo referendum non era una battaglia persa?
«Io
non faccio calcoli: di tatticismo si muore. Ma non riesco a immaginare
la scena se avessimo abbandonato la campagna. E comunque questo
referendum lo ha voluto il governo».
Ma se lo avete promosso voi.
«Il
governo si è ingoiato cinque quesiti su sei, l’ultimo era nelle sue
mani. Ha deciso di resistere, ed è una sua responsabilità. Se anche
avessi voluto, non avrei potuto fare diversamente, visto che avevo un
indirizzo del Consiglio regionale della Puglia all’unanimità».
Insomma, non è pentito.
«No.
Se non avessimo chiesto i referendum, ora avremmo decine di pozzi
davanti alle coste: avremmo fronteggiato un’insurrezione popolare».
Si fida ancora di Renzi? È ancora il suo presidente?
«Io
sono governatore e per fortuna non ho il problema di dare la fiducia al
governo. Ma io vorrei aiutarlo Renzi, anche perché si trova con un Pd
deflagrato».
Carbone vi ha sbeffeggiato con un #ciaone su Twitter.
«Sono ragazzi, si sono fatti prendere dal clima. Impareranno che la vita è più dura di un tweet».
E ora?
«E ora servono più referendum, una legge sulle lobby e una svolta del Pd sulle politiche energetiche».