La Stampa 18.4.16
Emiliano: macché perso abbiamo frenato la lobby
“Cambierà la politica energetica”
“I 14 milioni di elettori sono più dei voti presi dal Pd alle Europee”
Il governatore: Renzi impari a rispettare chi come me è stato eletto dal popolo
intervista di Amedeo La Mattina
«Renzi
impari a rispettare chi va a votare e chi come me è stato eletto dal
popolo. I 14,5 milioni di italiani che sono andati a votare bussano
forte ai portoni dei Palazzi romani, di quello di Palazzo Chigi, del
ministero dello Sviluppo economico e anche del Pd. Chiedono di cambiare
la politica energetica». Nonostante il referendum non abbia raggiunto il
quorum, Michele Emiliano si sente il vincitore di questa partita che
Matteo Renzi ha giocato con l’astensione. «E ha perso clamorosamente»,
dice il governatore pugliese.
Da oggi è lei l’anti-Renzi?
«Io
ho un lavoro da portare a termine. Sono presidente della Puglia da meno
di nove mesi. Poi si vedrà. Intanto ho un impegno programmatico sulla
base del quale sono stato eletto. Una cosa è sicuro: darò seguito a
questa domanda di milioni di persone, domanda di trasparenza delle
decisioni ministeriali e di partecipazione. Lancerò una legge di
iniziativa regionale per consentire la partecipazione attiva dei
cittadini alle scelte delle politiche di impatto ambientale. E poi che i
petrolieri comincino a smontare le piattaforme non più produttive, che
non pompano più nulla. Serve un miliardo e questo potrà creare molti
posti di lavoro».
E poi dice che non si è messo a capo di chi combatte Renzi.
«Io
sto parlando di un’iniziativa politica per rappresentare questi milioni
di italiani che sono andati a votare, disubbidendo all’invito di
disertare le urne. Si tratta della più grande aggregazione ambientalista
d’Europa, trasversale. La gran parte sono militanti ed elettori del
Pd».
Presidente Emiliano, parla come se avesse raggiunto il quorum e vinto il referendum.
«Il
risultato di questo voto è un miracolo. Ora mi auguro che Renzi, come
premier, ascolti le Regioni e come segretario del Pd voglia riportare il
partito vicino alle posizioni del mondo progressista e ambientalista.
Renzi ha allontanato il maggiore partito della sinistra dall’industria
sostenibile, legandolo alle ragioni del capitalismo novecentesco e alle
lobby del petrolio. Lo ha allontanato dalla scuola, dalla magistratura.
Dove sono state prese queste decisioni? Nel suo programma tutto questo
non c’era».
Rimane il fatto che il quorum non c’è.
«Sapevamo
che era molto difficile raggiungerlo, ma è fallito l’appello
all’astensionismo del premier che ha violato l’articolo 98 del testo
unico sulle elezioni. Mai accaduto che un arbitro si schierasse per
l’astensione. In più ci troviamo un Pd frantumato, Regioni tenute fuori
dalle porte del governo, mentre al ministero per lo Sviluppo economico
entravano chi aveva i numeri di telefono giusti, si dava ascolto alle
multinazionali. Sono andati a votare 14,5 milioni di persone, più dei
voti che ha preso il Pd alle Europee e quello fu un risultato
considerato da Renzi eccezionale. Il premier e segretario dei Dem dovrà
tenere conto che milioni di italiani hanno un’idea diversa dalla sua
sulla politica energetica. Ricordo che già avevamo fatto ingoiare al
governo la decisone di autorizzare nuove trivelle entro le 12 miglia.
Nella mia Puglia sarebbero state 12 bombe anti-ecologiche. Li abbiamo
beccati con le mani nella marmellata».
Si apriranno i conti con Renzi nel Pd?
«Io
non devo sfidare nessuno nel partito. Ho votato Renzi alle primarie e
non vorrei pentirmene. Mi auguro che ci sia ancora la possibilità che il
Pd riprenda il suo cammino di partito progressista e di sinistra».
Altrimenti?
«Prima
di tirare le conseguenze, voglio augurami che ci sia un maggior dialogo
nel partito e tra governo e Regioni. Tutti possono cambiare idea».
I promotori referendari sono stati accusati di strumentalizzare la consultazione popolare.
«Macché,
io ho eseguito il programma del mio governo. I promotori sono i
consiglieri regionali che hanno votato democraticamente. Io non ho
costretto nessuno. Forse Renzi è infastidito che tanti italiani siano
andare a votare e stiano lì a battergli le mani».