La Stampa 18.4.16
Roberto D’Alimonte
“Risultato scontato, va abbassato il quorum per salvare l’istituto”
intervista di Giuseppe Alberto Falci
«Mi
sarei stupito se si fosse raggiunto il quorum». Roberto D’Alimonte,
politologo e direttore del dipartimento di Scienze politiche alla Luiss,
non ha dubbi sul dato dell’affluenza sul referendum sulle trivelle.
Le risulta scontato l’esito del referendum?
«Certo,
se il 50% più uno degli italiani si fosse recato alle urne sarebbe
stato un fatto eccezionale. Il risultato “normale” è che non si facesse
il quorum su un referendum di questo tipo».
Perché?
«Avrebbe significato una sola cosa».
Cosa?
«Che non avremmo compreso cosa succede nel profondo del Paese. Il che vuol dire non aver capito un bel niente».
Il
premier Renzi e l’ex Capo dello Stato Napolitano sono scesi in campo
evocando l’astensione. Avranno influenzato l’opinione pubblica?
«No, no. Non credo».
Anche questa volta il quorum è lontano.
«Quando
c’è un’asticella così alta per convalidare il referendum si crea un
incentivo per i fautori del “no”, un vantaggio strutturale che fa
tendere la bilancia da una sola parte».
Come si elimina questo incentivo?
«Bisogna
abbassare il quorum, ed è quello che introduce la nuova riforma
costituzionale, ovvero il ddl Boschi. Con il nuovo quorum sarebbe
bastato il 37%»
Avrà avuto un peso il contenuto del quesito referendario?
«Di
certo, se si fosse votato sul divorzio o sull’aborto ci sarebbe stata
una partecipazione maggiore e si sarebbe raggiunto il quorum. In
sostanza, conta sempre il contenuto, insieme a tanti altri fattori».
D’Alimonte, un’ultima domanda: ieri lei si è recato al seggio?
«No, non ho votato. Sono un’astensionista strategico».