Repubblica 17.4.16
L’amaca
di Michele Serra
MAI
andato a votare con tanti dubbi, ma alla fine ci vado, anche se il
quorum non sembra alla portata e anche se di questo referendum penso,
come di quasi tutti i precedenti, che non si doveva fare perché un “sì” e
un “no” sono, in faccende così complicate, scorciatoie imprecise. Ci
vado anche grazie a Renzi che commettendo un vistoso errore politico ha
trasformato l’astensione in una scelta di campo, mettendoci sopra il
cappello, politicizzandola e non lasciando scampo a chi (come me)
pensava di astenersi semplicemente per rivendicare il proprio diritto
all’incompetenza in materia di trivellazioni marine.
Visto che ci
vado voterò un “sì” di puro orientamento generale, diciamo un timido
“sì” di opinione, perché mi sembra che siano insane le concessioni
“forever” di beni pubblici e perché mi sembra sia importante
sollecitare, per quanto possibile, l’uscita dall’era dei combustibili
fossili. Poi spegnerò la televisione per non sentire i commenti del dopo
voto, che immagino fuori tema e fuori luogo quanto quelli pre, con i
renziani che dicono “abbiamo vinto” se non c’è il quorum, gli
antirenziani che dicono “abbiamo vinto” se il quorum c’è. Quasi
sicuramente penserò, stasera, di avere perso comunque vada a finire. Per
fortuna ci sono da vedere le partite di calcio, intatta consolazione di
una vita intera.