il manifesto 17.4.16
Erri De Luca: «I loro sono crimini di guerra»
Lo scrittore No Tav: l’Italia reagisce già producendo nuova energia pulita, il premier è spaventato da qualunque dissenso
Domani qualcuno canterà: ’Quorum ingrato’, spero che sia lui
intervista di Adriana Pollice
Lo
scrittore Erri De Luca è tra i firmatari dell’appello «Ferma le
trivelle, Vota Sì» promosso, tra gli altri, dal Coordinamento nazionale
No Triv, Referendum 2016 Trivelle in Mare, Slow Food, Legambiente. Nel
video diffuso in rete spiega: «Affolliamo di sì le urne per non svendere
il mare nostro e per conservare il reddito della bellezza». Un impegno
che prosegue la battaglia contro la Tav, per cui ha subito un processo
da cui è uscito assolto a ottobre 2015. Dallo sventrare montagne e
territori a perforare i fondali senza limiti di tempo, nei governi
italiani sembra esserci continuità.
Legambiente ha disegna la
mappa delle inchieste italiane nel settore idrocarburi: tra gli esempi,
l’accusa di smaltimento illegale delle acque provenienti dalle
lavorazioni petrolifere al «Centro Oli di Viggiano di proprietà
dell’Eni; la questione della piattaforma Vega A al largo delle coste
siciliane di Pozzallo della Edison; lo scossone giudiziario che nel 2008
ha coinvolto il gruppo Total per un’inchiesta della procura di Potenza
per tangenti sugli appalti per l’estrazione del petrolio in Basilicata».
La
ministra Guidi ha dato le dimissioni per l’inchiesta Tempa Rossa ma
Renzi rivendica le norme varate dal governo. L’azione dell’esecutivo
sembra imbastita sulle lobby.
Come per la fasulla alta velocità in
Val di Susa, spacciano vocabolario falso, dichiarano strategiche opere
di perfetto spreco delle risorse pubbliche, si intascano tangenti a
tutti i livelli di intermediazione: voglio credere che questo referendum
dichiari l’Italia fuori della disponibilità di questo curatore
fallimentare.
Renzi ha schierato governo e maggioranza Pd per
l’astensione. Molti presidenti di regione si tengono lontani dal voto.
L’ex presidente Napolitano è intervenuto per bollare la consultazione
come «pretestuosa». Perché il quesito preoccupa il governo?
Il
governo è preoccupato da qualunque dissenso. In Parlamento se la cava
con l’aiuto di tutti quelli che vogliono far durare la legislatura fino
all’ultimo spicciolo di stipendio, fuori di lì annaspa. Il referendum di
oggi non è necessariamente un voto anti governo, ma l’istigazione a non
votare, per sabotare il quorum, lo ha trasformato in un pronunciamento
di più vasta portata. Ora il governo è spaventato dal quorum, cioè dai
cittadini. Domani qualcuno canterà: «Quorum ingrato», spero che sia lui.
L’informazione
mainstream sembra aver sposato la linea del governo. L’opposizione al
premier, soprattutto se viene da comitati e movimenti, spesso viene
liquidata o oscurata.
L’informazione? Non posso chiamare così il
servizio stampa governativo che domina a reti unificate, con giornalieri
al seguito. Godiamo ufficialmente della minore libertà di stampa di
Europa. Il referendum è un buon assaggio per sapere se possiamo fare a
meno dei loro notiziari drogati, se possiamo informarci e avere voce
senza di loro.
Estrarre petrolio e gas a costo di rovinare mare,
aree paesaggistiche e agricole più la salute dei cittadini, agevolando
le compagnie petrolifere, è l’unica via che abbiamo?
E’ l’unica
via, anzi l’unico vicolo cieco che vedono loro, la svendita più facile e
al ribasso delle nostre coste, della economia di paese, di mare, della
nostra salute disprezzata come mai prima nella storia moderna. L’Italia
reagisce già producendo nuova energia pulita, scegliendo di dipendere
dal sole e dal vento, non dalle trivelle che concedono quel rimasuglio
di greggio a petrolieri in via di esaurimento energetico e nervoso.
Matteo
Renzi racconta che il referendum «è una bufala». Non dice che il
referendum impedirà ulteriori ampliamenti. Mette sul tavolo i posti di
lavoro che si perderebbero ma sorvola sul reddito medio in Basilicata:
il Texas italiano è tra le regioni più povere del paese.
Ben
detto, ma grida vendetta il guasto dell’Eni a Viggiano. Un giorno
saranno chiamati a rispondere di crimini di guerra in tempo di pace
contro la popolazione civile.