Repubblica 16.4.16
Michele Emiliano governatore Puglia
“L’appello a disertare un regalo ai petrolieri ma è un boomerang”
Il
premier ha voluto da una parte umiliare me e il movimento No Triv,
dall’altra evitare un danno alle lobby. Ma se voteranno 10 milioni sarà
un successo
intervista di Stefano Costantini
BARI.
«L’invito a non votare viola la Costituzione». Nel suo fortino di
presidente della Puglia, Michele Emiliano è alla vigilia della battaglia
più difficile contro il premier-segretario Matteo Renzi. Dalle finestre
del suo ufficio vede quel mare minacciato dalle trivelle.
Presidente, difficile che si arrivi al quorum. Qual è la cifra oltre la quale sarà comunque soddisfatto?
«Se
voteranno in 10 milioni (cioè quasi uno su 5), credo sarà stato un
successo. Ho scoperto in questa campagna referendaria il mondo
straordinario dell’associazionismo ambientalista ».
Più che gli
ambientalisti sembra che a darle una mano sia stata l’inchiesta sulla
lobby affaristico-ministeriale di Tempa rossa...
«Non lo so,
difficile comprendere il ruolo della provvidenza dice mentre sorride -
ciò che più ha aiutato la campagna No Triv è stato l’invito
all’astensione. Se agli italiani dici quello che non devono fare
impazziscono e allora si informano».
Perché allora secondo lei Renzi ha scelto questa linea?
«È
stato un atto inconsulto tutto nato e cresciuto dentro al ministero
dello Sviluppo economico. L’ostinazione con cui hanno evitato di
incontrarci è incomprensibile ».
E come se lo spiega?
«All’inizio pensavo a un errore. Mi dicevo: “Vedrai, adesso correggono anche il sesto quesito”. Invece hanno insistito».
Quindi ha capito che era una scelta.
«Già,
e le risposte sono solo due: o Renzi ha voluto così umiliare il
movimento No Triv e anche Emiliano, oppure si è reso conto che il
quesito era talmente dannoso per i petrolieri da dover essere mantenuto.
Credo che sia stato un po’ per entrambe le ragioni».
E quale sarebbe il regalo alla lobby dei petrolieri?
«Semplice,
non indicare il termine della concessione consente di tenere in vita le
piattaforme anche al minimo dell’estrazione, con il doppio vantaggio di
produrre sotto la soglia della franchigia e non dover rimuovere gli
impianti, il decommissioning.
Un risparmio di circa un miliardo».
In
molti pensano che il referendum sia in realtà uno strumento nella
battaglia contro Renzi per la leadership nel partito e forse addirittura
nel centrosinistra.
«Avevo un programma e un’indicazione del Consiglio regionale. Era mio dovere sostenere la linea anti trivelle».
Eravate un gruppo di governatori. Poi si è ritrovato un po’ solo, o no?
«Non è facile tenere una posizione contro Renzi, e gli altri hanno preferito una linea più tranquilla».
Al referendum costituzionale, come voterà?
«Non ho ancora una posizione, ma spero si torni a discutere dentro al Pd, mi interessa il rapporto Regioni-Stato».