Repubblica 13.4.16
È Caravaggio?
Il dubbio e la speranza la Francia in estasi per la Giuditta “ritrovata”
Era
in un sottotetto di una casa di Tolosa. Il Louvre ha mostrato
interesse, il ministro ne ha evitato l’esportazione. Ma prima di dire
che è del Merisi...
di Dario Pappalardo
C’è chi
da infiltrazioni d’acqua in casa ricava solo guai e fatture da pagare. E
chi, invece, scopre un’opera del Seicento. Magari un Caravaggio. O
presunto tale. È accaduto a Tolosa, nel 2014. Marito e moglie sono
costretti a far riparare il sottotetto. Gli operai intervengono e –
voilà – trovano un dipinto che riposava in soffitta da almeno 150 anni:
una Giuditta che taglia la testa a Oloferne. I collezionisti per caso si
affidano all’expertise di Eric
Turquin, un passato da Sotheby’s e
poi, dal 1987, alla guida di un cabinet di attribuzioni privato con
tanto di sito web ricco di pezzi in vendita e tariffe. Ieri l’annuncio a
Parigi a favore dei media: «La Giuditta che taglia la testa di Oloferne
è di Caravaggio. I proprietari sono discendenti di un ufficiale
dell’esercito napoleonico», ha detto Turqin con buon piglio da
storyteller. L’olio su tela di grande formato (144 x 173,5 cm) è «in uno
stato di conservazione eccezionale ».
Ci sarebbe già – ovviamente
– una stima del dipinto: 120 milioni di euro. Il Louvre appare
interessato all’acquisto e starebbe chiamando a raccolta i suoi mecenati
per lanciare il crowdfunding.
Per mesi negli ambienti della
storia dell’arte francese circolavano foto dell’opera. Tra gli studiosi
prevaleva lo scetticismo. Intanto, per prudenza, il ministero della
Cultura francese ha posto il divieto di esportazione per trenta mesi
sulla Giuditta: inserita nella lista dei “tesori nazionali”, la tela
sarà analizzata da un’équipe di studiosi terzi. Trascorsi due anni e
mezzo, potrà essere venduta al migliore offerente.
Ma è o non è un
Caravaggio? Mina Gregori, massima esperta del pittore, che nell’ottobre
del 2014 attribuì la Maddalena in estasi di una collezione olandese,
sostiene di no. Di sicuro la Giuditta in questione è molto lontana da
quella certa di Caravaggio di Palazzo Barberini, a Roma. Ma è molto
simile a quella esposta a Napoli, a Palazzo Zevallos, nella collezione
di Intesa San Paolo. Questa è attribuita a Louis Finson, fiammingo, che
incrocia la sua biografia con quella di Caravaggio, morto nel 1610.
Finson, attivo in Italia proprio nel primo decennio del Seicento, copia
la Maddalena in estasi di Caravaggio (il quadro è ora al Museé des
Beaux-Arts di Marsiglia) e, come risulta dal suo testamento del 1617, ad
Amsterdam è in possesso di due opere di Merisi: la Madonna del Rosario
(oggi al Kunsthistorisches di Vienna) e una Giuditta che taglia la testa
a Oloferne, appunto. Per Turquin quest’ultima sarebbe proprio il
dipinto presentato ieri alla stampa. Insomma, i colpi di scena attorno a
Caravaggio – e a favore di telecamera e smartphone – continuano.
Sollecitati anche da un mercato dell’arte occidentale asfittico, che, a
caccia di nuove emozioni, punta verso oriente. La Maddalena in estasi
ora è esposta a Tokyo. La Giuditta caravaggesca vedremo. Forse è il caso
che, tra un tariffario e l’altro, non ci si dimentichi della storia
dell’arte.