Repubblica 11.4.16
Al Sisi ora punta all’asse con i sauditi
Il re Salman acclamato durante la visita: piano di investimenti al Cairo da 24 miliardi di dollari
di Fabio Scuto
GERUSALEMME.
Per cinque giorni è stato acclamato come il salvatore del Paese dei
Faraoni. Perché re Salman d’Arabia Saudita, nel corso di una visita che
il governativo “Al Ahram” definisce storica, ha lasciato dietro di sé un
fiume di denaro che consentirà al feldmaresciallo Al Sisi di affrontare
con maggiore serenità il futuro e anche le “misure” italiane per il
caso di Giulio Regeni successive al richiamo dell’ambasciatore per
consultazioni. L’Egitto è un alleato strategico per l’Arabia saudita,
che con l’arrivo di Salman sul trono e dopo la destituzione del
presidente islamista Mohammed Morsi, si è molto riavvicinata al Cairo.
«L’Egitto è fondamentale nella lotta contro il terrorismo e le nuove
minacce (iraniane, ndr)», ha detto il sovrano saudita al Parlamento
egiziano, che dopo le ultime elezioni è affollato solo di sostenitori di
Al Sisi, ricevendo applausi a scena aperta con sventolio di bandiere
verdi.
I segni di tanta simpatia e affetto si capiscono meglio nello
scorrere l’elenco dei nuovi investimenti sauditi annunciati dal Ministro
egiziano della cooperazione Sahar Nasr, che alla fine della lista letta
in diretta tv sulle principali reti aveva la bocca asciutta. Gli
accordi economici rappresentano il maggiore investimento saudita in un
altro paese arabo, superano abbondantemente il 24 miliardi di dollari
nei settori più diversi. C’è un fondo di investimento comune del valore
di 16 miliardi di dollari per lo sviluppo di progetti economici nel
distretto del cotone; 1,5 miliardi dollari per avviare 12 aree di
sviluppo nel Sinai; ma soprattutto petrolio quasi gratis per i prossimi 5
anni, in un Paese come l’Egitto che se ha scoperto grazie all’Eni il
più grande campo gasiero del mondo nel Mediterraneo, non ha giacimenti
rilevanti ed è costretto a importare il suo fabbisogno. E se l’Eni
dovesse tirarsi indietro in seguito alle tensioni con l’Italia è pronta
ad entrare in scena la Lukoil di Vladimir Putin, altro grande amico del
presidente al Sisi. Al Palazzo di Vetro dell’Eur a Roma non è un
segreto.
Per entrare ancor più nell’immaginario della folla egiziana
che lo ha acclamato al suo passaggio, re Salman d’Arabia Saudita non
solo ha annunciato un prossimo investimento da 3,3 miliardi di dollari
nell’area del Canale di Suez per un’area industriale, ma ha annunciato
la realizzazione di un ponte tra le due sponde del Mar Rosso, per unire
ancor più i due Paesi. In cambio di tanta generosità da parte del
sovrano wahabita, l’Egitto ha accettato di chiudere la disputa per la
sovranità su Tiran e Sanafir, due isolette disabitate nel Mar Rosso che
si trovano in acque saudite. Una contesa che andava avanti dai tempi di
Nasser.