lunedì 11 aprile 2016

Repubblica 11.4.16
Sì, il dibattito sì, la Rai del futuro a caccia di idee
Consultazione pubblica “stile Leopolda” e tavoli tematici all’Auditorium di Roma
di Alberto D’Argenio

ROMA PARTE la prima consultazione pubblica sulla Rai lanciata dal governo Renzi. Con un format in “stile Leopolda”, ovvero con sedici tavoli tematici nel tentativo – così la mettono i renziani - di sottrarre il servizio pubblico ai “soliti addetti ai lavori” che da vent’anni dominano la Rai. L’appuntamento è per domani all’Auditorium di Roma organizzato dal sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli. E il governo non esita a definirla «la più grande operazione di ascolto della società italiana » sulla televisione pubblica.
Saranno presenti una sessantina di associazioni, una ventina di enti pubblici e poi think tank ed università. In tutto un centinaio di soggetti, mentre ai tavoli interverranno circa 160 persone provenienti da cinema, produzione tv, cartoon, informazione, cultura, Made in Italy, turismo, digitale, terzo settore, scuola, università e disabilità. Così come ci saranno anche la European Broadcasting Union, Eurovisioni, Arté e l’Osservatorio europeo dell’audiovisivo. «Uno spaccato molto ampio della società italiana che, per la prima volta, si trova a parlare del servizio pubblico », spiegano gli organizzatori.
Ai lavori parteciperanno anche sedici dirigenti Rai, uno per tavolo, tra i quali il responsabile del digitale Gian Paolo Tagliavia, il responsabile editoriale Carlo Verdelli e ancora il direttore delle fiction Eleonora Andreatta e il coordinatore dei palinsesti Giancarlo Leone. I tavoli tratteranno diversi temi, come il Made in Italy, l’internazionalizzazione, l’identità nazionale, il cinema, le fiction, l’intrattenimento, la Pubblica amministrazione, l’alfabetizzazione digitale, i territori, le startup, le tecnologie, l’informazione, la scuola e la cultura.
A maggio, poi, sarà messo online per 45 giorni un questionario preparato dall’Istat per sapere cosa pensino gli italiani della Rai e come la vorrebbero cambiare: anche in questo caso – fa notare il governo - è la prima volta che si dà la parola sul servizio pubblico ai cittadini. L’obiettivo finale è quello di dare vita ad un dibattito ampio e partecipato che potrebbe anche cambiare la mission della Rai nei prossimi anni. Un esempio? La Rai deve parlare agli italiani all’estero o portare l’Italia nel mondo? Insomma, si vuole dare una visione strategica al servizio pubblico, come sottolinea Giacomelli: «Sbaglia chi pensa che il Governo abbia voluto fare solo un giro di nomine in Rai, con la consultazione ogni cittadino avrà possibilità e diritto di dire la sua per capire come la Rai possa porsi a servizio dell’industria pubblica Italia».