sabato 9 aprile 2016

La Stampa 9.4.16
Urbano Cairo
“Ho già dimostrato di essere capace di risanare e far crescere i giornali”
Il presidente del Torino: il Corsera manterrà la sua indipendenza
di Giuseppe Bottero

«In questi anni abbiamo dimostrato di avere la capacità di risanare le aziende in situazioni difficili ma anche di sviluppare nuovi progetti, come i periodici. Sono convinto che Rcs sia un gruppo con grandi potenzialità». Sono le nove di sera quando, a Borsa chiusa, dopo una giornata che ha visto volare il titolo della Rizzoli di oltre l’11 per cento, le agenzie di stampa battono la notizia: Urbano Cairo rompe gli indugi e va alla conquista del Corriere della Sera. Il presidente del Torino, con i collaboratori più stretti, fa filtrare ottimismo e si dice fiducioso su un’offerta che, spiega, «non è stata concordata con gli altri azionisti». Però si tratta «di un’operazione amichevole, fatta per il bene della società». Tre anni fa, affacciandosi in Rcs Mediagroup con una quota del 2,8% e un investimento di poco inferiore ai 15 milioni di euro, Cairo aveva annunciato: «Entro in punta di piedi. È solo un piccolo contributo da editore puro. Sono molto legato a Rcs, 18 anni fa cominciai questo mestiere prendendo in concessione la raccolta pubblicitaria di Io Donna e Tv7».
Oggi invece, dopo le battaglie sulla vendita delle sedi di Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport e sulla cessione di Rcs Libri, Cairo è pronto a rilanciare con una strategia che, ai suoi occhi, appare chiarissima: «Il Corriere della Sera è un giornale di grandissima qualità, il più importante d’Italia. Vogliamo mantenere la tradizione e la linea di assoluta indipendenza, che deve continuare». Per garantirla, è però necessario creare un grande gruppo multimediale, con una leadership stabile, «e più forte sotto il profilo economico-finanziario».
Con l’operazione La7 Cairo s’è dimostrato un implacabile risanatore di conti. Il gruppo, sotto la proprietà di Telecom Italia, perdeva 100 milioni di euro l’anno, otto mesi dopo l’acquisto - rivendicava con orgoglio lo stesso Cairo - «era quasi in pareggio». Possibile replicare un risultato del genere con la corazzata Rizzoli? Per l’imprenditore milanese sì, facendo leva sulla lunga esperienza nella raccolta pubblicitaria e nella capacità di crescita nel settore dei periodici popolari - da Diva & Donna a Dipiù - che gli hanno consentito di fare profitti anche in un momento complicato dell’editoria. La ricetta? «Riduzione dei costi e aumenti dei ricavi», senza toccare «le qualità dei prodotti editoriali».
La possibile Rcs targata Cairo - che nell’operazione è stato assistito da Imi, la banca d’affari di Intesa SanPaolo - prevede che l’azienda resti quotata a Piazza Affari, che si doti di una struttura societaria e organizzativa molto più snella, con un management in grado di «sviluppare i ricavi sviluppando le potenzialità della Rizzoli e di ristabilire l’equilibrio economico del gruppo».
Assieme alla Cairo Communication nascerebbe «un gruppo diversificato, in grado - e il presidente ne è convinto - di diventare un riferimento» anche nelle nuove tecnologie. Secondo il lungo documento con cui Cairo ha presentato l’offerta, infatti, la strategia non può fare a meno dello «sviluppo di prodotti digitali». Per chi conosce Urbano Cairo, e la diffidenza nei confronti del web, è quasi una sorpresa.