La Stampa 9.4.16
Cene, agganci politici, nomine
La ragnatela del “clan” Gemelli
Dall’ammiraglio al monsignore: ecco come manovrava il gruppo di potere
di Francesco Grignetti
Una
grande ragnatela, dove il «clan del quartierino» si muoveva a destra e
sinistra per le sue scorribande, ecco che cos’è la politica vista dal
retrobottega.
Operazione Capitanerie
Il lobbista Nicola
Colicchi, caro al Capo di stato maggiore della Marina, Giuseppe De
Giorgi, si dà un gran daffare, sia per la Legge Navale, che per una
leggina auspicata dall’ammiraglio: lo scioglimento delle Capitanerie di
Porto. Il 13 gennaio 2015, l’ammiraglio informa il lobbista che stanno
per nominare capo di Gabinetto alla Difesa l’ammiraglio Girardelli. De
Giorgi: «L’ho messo sul piatto d’argento... diventa Capo di stato
maggiore della Marina dopo di me... non ci piove». «Colicchi risponde -
si legge nelle carte - che sarà utile per tutto (compreso le
Capitanerie), che è comunque una persona sveglia ed è comunque uno dei
suoi».
Il tema delle Capitanerie è in cima all’agenda
dell’ammiraglio. Due giorni dopo, ancora De Giorgi: «Per quanto riguarda
Lupi (all’epoca ministro alle Infrastrutture, ndr) ottime notizie, nel
senso che Lupi è sempre più infastidito da Angrisano (comandante delle
Capitanerie di porto, ndr)... ecco, quindi, se riusciamo a vederci con
lui, qualunque modo, anche di sabato...».
Si arriva al 13 aprile,
al ministero ora c’è Graziano Delrio. Colicchi: «Lo Bello deve vedere
Delrio... lo va a trovare per il tema dell’autorità portuale di
Augusta... L’omino del gabinetto delle Capitanerie di porto ha mandato
avanti una cosa, dicendo... (le autorità portuali, ndr) vanno date alle
Capitanerie di porto, perché così... c’è una gestione uniforme... Delrio
di questa roba qua non sa un cazzo...».
È qui che salta fuori la
riforma Madia della Pa. De Giorgi propone delle cene informali: «Rosato
era a favore dell’accorpamento delle Capitanerie... quando gli avevo
detto “è il caso di parlarne con Delrio?”, lui mi ha suggerito di no.
Dice: “Aspettare all’ultimo minuto e poi... perché se no altrimenti
salta...”». L’ammiraglio punta tutto sul ddl Madia, «come mi aveva
promesso la Boschi, ha detto che si doveva rivedere anche la questione
del mare... e io a questo punto starei buono per evitare... Con Delrio
io farei un’operazione diversa, quella della cena, dell’incontro
conviviale... dove si rompe il ghiaccio». Già, le cene. Colicchi ne
organizza una per l’ammiraglio con Raffaele Tiscar, vicesegretario di
palazzo Chigi e Carlo Pelanda. In un’altra cena, Colicchi a tavola aveva
Ivan Lo Bello, monsignor Guido Paglia e il senatore Roberto Cociancich,
Pd. Per la cronaca, a luglio un emendamento del dem Ernesto Carbone,
relatore alla legge Madia, prevede la decapitazione delle Capitanerie di
porto. Non se ne farà nulla per la contrarietà proprio di Delrio.
Operazione Pinotti
Negli
stessi giorni, De Giorgi si muove con il clan per far deragliare il
Libro bianco della ministra Roberta Pinotti. Sempre l'ammiraglio, il 14
maggio: «Allora l’audizione (
di Pinotti, ndr) mi hanno detto che
non è andata come ha voluto lei.. è andata lì e non hanno detto:
benissimo, procediamo, che bello, eh... è stato detto, anche da
Napolitano stesso, è stato detto che si dovranno fare tutti i passaggi
parlamentari del caso... Quindi praticamente adesso Latorre (il sen.
Nicola Latorre, presidente della commissione Difesa, ndr
) mi ha
detto che lui la linea che sta portando avanti è proprio quella, cioè
di, come dire, depotenziare il documento... in modo tale che sia sempre
più chiaro che si tratta di un documento di massima, e che poi si dovrà
andare via via sui vari...».
Il Libro bianco è osteggiato
dall’ammiraglio De Giorgi, che vede malissimo l’accentramento di poteri
allo Stato maggiore Difesa a scapito delle singole forze armate. Con
Colicchi perciò passa in rassegna le forze parlamentari su cui premere
per bloccare la riforma. Colicchi: «Libro bianco: con la Uil stiamo
interessando amici parlamentari del Pd renziani: l’on. Maria Cecilia
Guerra, Finanze tesoro e politiche europee. L’on. Andrea Manciulli
presidente della delegazione parlamentare Nato commissione affari esteri
e comunitari». De Giorgi: «Anche 5S». Colicchi: «5S posso arrivare
anche a Di Battista». De Giorgi: «Parliamone». Ma si attiva l’intero
clan. Pastena dice a Gemelli: «Io lo aiuto in Parlamento a Giuseppe (De
Giorgi, ndr) tramite Paolo (Quinto, ndr)».
De Giorgi è davvero
preoccupato. A Colicchi dice che bisogna porre «rapidamente» un argine
all’attivismo del generale Claudio Graziano, Capo di stato maggiore
della Difesa, e dice che «avrebbe voluto chiedere aiuto anche a
Sant’Egidio, ciò con riferimento all’opportunità di far chiamare la
ministra».
Operazione Delrio
De Giorgi però non perde di
vista il problema di Augusta, dove Gianluca Gemelli ha interessi fin
troppo concreti, nell’ambito di un torbido scambio tra Legge Navale e
depositi di carburante. Tutto ruota attorno alla presidenza
dell’autorità portuale di Augusta, che dipende dal ministero delle
Infrastrutture. Dice a Colicchi: «Cominciamo a stringere i rapporti con
Delrio, nel senso che senza parlargli di uno specifico evento... siccome
mi sembra che l’uomo sia molto diffidente...». Il clan è preoccupato
per la mancata conferma del commissario Alberto Cozzo. C’è in pista la
nomina di un ufficiale delle Capitanerie, Macauda. Ma va avanti Ivan Lo
Bello e la vicenda termina con un successo per il clan, ossia la
conferma per altri sei mesi di Cozzo da parte di Delrio. «Avrebbe
addirittura dato indicazioni al vice capo di Gabinetto di strappare un
decreto già predisposto - lo stesso decreto, probabilmente, cui facevano
cenno Cozzo e Gemelli nel corso delle prime conversazioni».