sabato 9 aprile 2016

Corriere 9.4.16
Donne & potere
di Maria Laura Rodotà

Il caso Guidi, sei consigli semiseri sulle cose da non fare mai
Non fiori ma emendamenti e il dualismo colf-imprenditrici

Data la presunzione d’innocenza; data la sensazione che Federica Guidi dia troppa carta bianca sia al suo pingue ingegnere ora indagato, sia al suo parrucchiere. Data l’empatia che in molte suscita (su Twitter, sei il caso del giorno se l’account Donnadimezzo si ribattezza evocandoti; si chiama La Pora Guidi, ora). Data la curiosità morbosa per una bega personal-politico-penale da classe dirigente eticamente disattenta, dedita alla guerriglia per bande e magari poco interessata al bene pubblico. Dato tutto questo, il caso Guidi è un manuale alla rovescia. Di tutto quello che non si deve fare nella vita pubblica e privata (a partire dalla prima regola: non mescolarle). Degli errori tipici delle donne con una carriera, e anche senza. Della mancanza di senso di sé, delle ansie da prestazione tradizionale di molte italiane. Per le femmine interessate a uscire dal tunnel (e a non andare in galera) ecco qualche riflessione, anzi qualche consiglio.
50 sfumature di Guidi
Non c’era Christian Grey ma Gianluca Gemelli, non un bel riccone, un rampante pasticcione; eppure, si lamenta Guidi, si comporta «come un sultano», tra prima moglie, compagna importante e chissà chi. Chiede favori alla compagna e al governo italiano, esige norme ad hoc, nomine, appalti, camicie stirate. Al netto delle indagini, una storia tipica da donna arrivata, colpevolizzata anzitutto da se stessa perché potente e pure ricca. E perciò tendente al contrappasso masochista nella vita privata. E forse il caso Guidi, le intercettazioni avvilenti, faranno del bene. Alcune ricorderanno passate miserie; si chiederanno «siamo donne o moquettes?». E cambieranno linea.
Latina a casa, luterana in piazza
Le leggi anticorruzione tutelano i partner incauti, o almeno dovrebbero. Le nebulose trattative di sottogoverno e i fidanzati insistenti possono indurre a dimenticarle. Le donne eccellenti — specie se ministre della Repubblica — dovrebbero rendersi conto che rassicurare su un emendamento non porterà convincenti conferme della loro femminilità. Meglio andare tra ministre a vedere uno strip, casomai.
Gli emendamenti son come le rose
Se una donna saggia va a cena la prima volta con un uomo, e arriva un venditore di rose, e l’uomo, neanche la prima sera, le regala una rosa, la saggia lo classificherà tra i pidocchi senza speranza e non cenerà con lui mai più. Gli emendamenti sono le nuove rose, al contrario: se l’uomo chiede di un emendamento che fa i suoi interessi, meglio dirgli addio mandandogli un bouquet.
La verità sulle sguattere guatemalteche
La frase «mi tratti come una sguattera guatemalteca» è infelice. Il dato è purtroppo corretto: molte donne venute dal machista Centro-Sudamerica per lavorare si fanno trattare malissimo. Visto il terreno comune, servirebbero gruppi di autocoscienza e supporto formati da colf straniere e imprenditrici emiliane. Le seconde potrebbero trovare la forza di cacciare i partner pessimi. Le prime potrebbero bruciargli col ferro l’ultima camicia che chiederanno da far stirare. E altro.
L’anonimo donatore meglio del noto faccendiere
Da anni, italiane singole e coppie lesbiche vanno a far figli in Paesi normali dove possono ricorrere alla fecondazione assistita. Concepiscono bambini mezzi spagnoli a Valencia, biondi a Copenaghen, e così via. A molti di questi bimbi fanno da papà dei nonni dilaganti; anche Guidalberto Guidi, l’industrialone padre di Federica, pare sia pazzo del nipotino quattrenne e guardi Peppa Pig; il papà , pare, latita (la spinta familiare a fornire nipotini va spesso arginata, però, attenzione).
Henry James non è un buon consulente
Né lui, né gli altri scrittori che hanno raccontato donne vittime di cacciatori di dote. Il Ritratto di Signora con Quartierino dipinto in questi giorni — sempre al netto delle indagini — non rende giustizia a Guidi, che nella vita ha lavorato parecchio (la migliore vendetta sarebbe tornare a far bene l’imprenditrice e nel tempo libero ostentare un toy boy guatemalteco; poi chissà).