mercoledì 6 aprile 2016

La Stampa 6.4.16
La nuova promessa di Renzi alla vigilia di referendum e voto
“80 euro alle pensioni minime”
Un azzardo forse troppo rischioso per il Paese
di Walter Passerini

Una volta si diceva: chi tocca le pensioni muore. Il tema è sensibile, soprattutto per i governi, e calamita l’attenzione. Da qui la lentezza dei cambiamenti degli ultimi 20-30 anni, mentre la legge Fornero frantumando gli ostacoli si è visto come è andata a finire. Ora la proposta del presidente del Consiglio come «una voce dal sen fuggita» riapre un cantiere e conferma il coraggio dell’azzardo.
Rispondendo via Twitter e Facebook alle domande da Palazzo Chigi il messaggio è deflagrante: «Allo studio c’è allargare gli 80 euro a chi prende la pensione minima. Vedremo se saremo in grado di farlo», spiega. E il balletto ricomincia. Arte dello spiazzamento o ballon d’essai per vedere l’effetto che fa?
Le pensioni minime, o meglio, integrate al minimo, sono 3,3 milioni (3.318.021 per l’esattezza). Se a queste si aggiungono le pensioni a maggiorazione sociale si arriva a 3,8 milioni. Seguendo il dizionario dell’Inps ci sono minime parzialmente integrate, cristallizzate o totalmente integrate. E appartengono a tre famiglie, che hanno generato filiazioni oggi sotto i riflettori: vecchiaia, invalidità e superstiti. Le più numerose si trovano nell’alveo della vecchiaia (1.808.641), ad indicare sia la fatica di avere contributi sia il frutto di redditi non dichiarati.
Il secondo gruppo è quello delle pensioni ai superstiti, dette anche di reversibilità (1.017.427), entrate a giorni alterni nel mirino dei governi dell’austerità ma subito abbandonate per il rischio di creare bombe sociali che nessun governo vorrebbe veder deflagrare. Resta infine un gruppo di 500 mila pensioni di invalidità (491.953 per l’esattezza). Nella media le minime oggi valgono 492,42 euro, un valore che è sotto l’importo di 501,89 euro fissato dall’Inps per il 2016 che fa scattare l’integrazione. Andrebbero quindi integrate, in particolare le cristallizzate, ferme a 372,87 euro. La metà delle minime è già oggi sopra il minimo Inps, per cui si tratterebbe di alzare le altre.
Ma un astuto contabile potrebbe scovare il colpo da maestro: dare a tutte le minime 80 euro al mese, sospendendo l’integrazione. C’è poi la scoperta che integrate e minime sociali rendono gli 80 euro esentasse, ma non si può darli al nero. Morale finale, l’operazione fa tremare i polsi: costerebbe 3,8 miliardi, euro più, euro meno, che non sono impossibili, ma che con i tempi che corrono sono difficili da trovare e metterebbero a rischio il già fragile bilancio del Paese.