La Stampa 3.4.16
Presentate due mozioni di sfiducia, i grillini dicono no al centrodestra
Berlusconi non parla di Tempa Rossa e attacca i giudici
di Amedeo La Mattina
Mozioni
di sfiducia separate. Salvini avrebbe voluto scriverne una insieme ai 5
Stelle, ma i grillini hanno rifiutato di confondersi con i leghisti.
Così la Lega, Fi e Fdi presenteranno una loro mozione che non punta
tutto sul caso Guidi. Il centrodestra chiede le dimissioni del governo
perché Renzi non sarebbe in grado di rispondere alle emergenze del Pese:
sarebbe inadeguato e fallimentare in politica economica, attraversato
da una serie di conflitti di interesse. Su tutti quello della Boschi,
«coinvolta direttamente insieme a suoi familiari nella vicenda banca
Etruria e negli sciagurati provvedimenti sul sistema bancario». Dunque
il centrodestra diviso alle amministrative, si presenta unito in
Parlamento contro l’esecutivo e Renzi che secondo Berlusconi starebbe
costruendo un sistema di potere senza il consenso degli elettori. «Sono
cinque anni che si susseguono governi di sinistra che nessuno ha votato
mentre il leader del centrodestra è stato espulso dal Parlamento. Renzi è
incapace di far uscire l’Italia dalla crisi e di far diminuire la
disoccupazione».
Ecco, nel suo intervento telefonicamente a un
convegno di Fi ad Arezzo, l’ex Cavaliere parla di tutto tranne del caso
Guidi, delle lobby petrolifere (come fanno invece i grillini), delle
intercettazioni che hanno fatto scoppiare la vicenda di «Tempa Rossa».
Intercettazioni che l’altro giorno Berlusconi ha definito «un vulnus
grave della nostra democrazia, che nei Paesi civili non valgono come
prova nei processi e che in Italia violano la nostra privacy». Non è un
caso che l’ex premier non faccia cenno alla vicenda da cui originano le
mozioni di sfiducia sia dei 5 Stelle che del centrodestra perchè questa
vicenda la considera lunare. Berlusconi non lo dice, non può dirlo,
segue uno schema di opposizione ma in privato dice come la pensa: è la
solita magistratura che vuole condizionare la politica, la solita
giustizia ad orologeria.
Poi c’è l’altra opposizione che invece
punta sulle lobby che condizionerebbero Renzi. Non deve pagare solo la
Guidi , dice Grillo: «L’emendamento incriminato è stato approvato
dall’intero Governo. È evidente il tentativo del Bomba di sviare
l’attenzione sui rapporti famigliari tra la Guidi e il compagno Gianluca
Gemelli». Grillo parla di «governo delle lobby, di quella del petrolio
in questo caso». Adesso il premier minaccia querele. «Parlano di
diffamazione solo nel tentativo di nascondere e fuorviare la verità che è
una sola: tutti sapevano che l’emendamento “Total” era un emendamento
marchetta», sostiene Di Battista che rilancia il referendum
anti-trivelle. «Diamogli un bel colpo il 17 aprile andando a votare.
Quando gli proponi di votare il reddito di cittadinanza ti dicono che
“non ci sono i soldi” ma quando si tratta di dare una mano a Banca
Etruria o alla Total si mettono sull’attenti».