Il Sole 3.4.16
Verso la Direzione del partito. L’intervento
alla scuola di formazione politica del Pd - Domani la «resa dei conti»
con la minoranza
Renzi contro i sindacati, frenata sulle privatizzazioni
Il premier loda Marchionne: «Ha fatto più lui che certi sindacalisti» - «Si è privatizzato fin troppo»
di Emilia Patta
Roma
La direzione del Pd prevista per domani, che lo stesso Matteo Renzi
aveva preannunciato come una “resa dei conti”, si avvicina. E il premier
e segretario del Pd, di ritorno dal viaggio in Usa, comincia a fissare i
suoi paletti: basta con le correnti, dice, che ormai sono spifferi, e
sì ribadito alla scelta della segreteria del Pd di indicare agli
elettori l’astensione sul referendum sulle trivelle del 17 aprile:
«Possiamo discutere di non fare più impianti, ma io credo che laddove
gli impianti ci sono è giusto continuare a farli funzionare», dice Renzi
sfidando le proteste preannunciate della minoranza del Pd. E ritorna ad
elogiare Sergio?Marchionne, contrapponendolo ai sindacati, quasi a
sfidare la sinistra del partito sul suo stesso terreno: «Io difendo
Marchionne. La Chrysler era finita, Obama ci ha messo i soldi perché i
presidenti di sinistra sono quelli che credono negli investimenti
pubblici. Oggi le Jeep vengono fatte in Basilicata, è una cosa
bellissima. Quando in un Paese c’è una disoccupazione al 39 per cento,
vuole dire che abbiamo bisogno di creare lavoro. E su questo fronte ha
fatto più Marchionne, hanno fatto più certo imprenditori per i
lavoratori che certi sindacalisti... Senza arrivare a definire
Marchionne “compagno”, di certo creare posti di lavoro è una cosa di
sinistra».
Prima di addentrarsi in questioni più politiche,
parlando davanti ai giovani studenti delle scuola politica del partito
Renzi fa un accenno alle privatizzazioni. Facendo una retromarcia o
almeno una frenata rispetto al piano previsto dal vecchio Def: 0,5%
all’anno di ricavi per tre anni. «Ormai in Italia si è privatizzato pure
troppo, abbiamo privatizzato più di tutti. Secondo me in alcuni casi
non si doveva privatizzare o fare operazioni diverse. Io vedo margini di
miglioramento nell’immobiliare, siamo pieni di immobili dello Stato che
messi in gioco possono creare posti di lavoro e poi alcune aziende
partecipate degli enti locali. Su questi due settori si può fare
qualcosa di molto serio». Va ricordato che per il 2016 è saltata la
quotazione in Borsa di Ferrovie. Restano in campo le dismissioni di Enav
e di Stm, mentre nei giorni scorsi il Tesoro aveva ipotizzato la
cessione di una seconda tranche di Poste.
Poi una sorta di
chiamata alle armi interna per contrastare l’attacco concentrico del
Movimento 5 stelle e della Lega. «L’obiettivo degli attacchi al Pd non è
il referendum sulle trivelle e non sono nemmeno le amministrative, c’è
invece un elemento di snodo: se il 12-13 la Camera approverà in sesta
lettura la riforma costituzionale e ad ottobre passerà il referendum, la
Santa Alleanza di quelli contro di noi e contro il cambiamento verrà
spazzata via, quindi loro attaccano ad alzo zero contro di noi perché si
rendono conto che è l’ultima occasione che hanno. Stanno per essere
spazzati via e per questo stanno attaccati allo scoglio». È noto che il
premier e segretario del Pd ha puntato tutto sul referendum confermativo
di ottobre sulla riforma del Senato e del Titolo V, legando al
risultato il suo destino politico e quello del governo da lui
presieduto. Perciò colpiscono, dopo quelle di Pier Luigi Bersani, le
parole pronunciate ieri da Gianni Cuperlo durante la convention a
Firenze della sua area Sinistradem: «La posizione di chi dovesse dire no
al referendum costituzionale deve trovare piena legittimità nel Partito
democratico». Non solo, anche sul referendum sulle trivelle la
posizione presa dalla segreteria, per altro «non discussa»
pubblicamente, non va bene: «Un grande partito di governo come il Pd non
dovrebbe mai invitare i cittadini all’astensione». Di certo, la
riunione di domani si annuncia accesa.