sabato 30 aprile 2016

La Stampa 30.4.16
Nuove regole per l’accoglienza
Chi rifiuta i profughi dovrà pagare
A ogni Stato sarà assegnata una quota massima, i restanti verranno distribuiti tra gli altri Voci di un piano con centri in Libia, ma l’Ue smentisce. Brennero, pressing tedesco sull’Italia
di Alessandro Alviani e Marco Zatterin

Come previsto, avanza l’«opzione uno». Rafforzata. Mercoledì la Commissione Ue proporrà agli Stati membri una «riformina» del Regolamento di Dublino, con una formula che mantiene la responsabilità dell’accoglienza per lo Stato di primo approdo e la bilancia con un meccanismo di ridistribuzione fra tutti per i casi di flussi «ampi e sproporzionati». In pratica, se il piano sarà adottato dai Ventotto, l’Italia resterà titolare dell’onere di registrazione e identificazione di chi arriva, sino al momento in cui i flussi superano il 150% della quantità ritenuta compatibile con il Paese. In tal caso, scatterà la condivisione dell’onere con i partner comunitari che, comunque, potranno chiamarsi fuori staccando un ricco assegno per ogni profugo rifiutato.
Il confine con l’Austria
Resta alta la tensione alla voce «migranti». Germania e Austria continuano il pressing congiunto sull’Italia, che a loro avviso deve garantire la frontiere mediterranea dell’Unione: in ballo c’è «il muro-non muro» del Brennero, che Vienna nega di voler usare ma intanto è lì a demarcare il valico che porta a Innsbruck. Proprio alla gestione del fronte Sud si lega la notizia apparsa su Spiegel online a proposito di un documento del Servizio per l’azione esterna Ue che tratteggia lo schema di un accordo con il governo di Tripoli. Tra le misure, oltre alla creazione di «centri temporanei di raccolta per profughi e migranti» in terra libica, si menziona l’ipotesi di «aree di carcerazione». Fonti Ue dicono che si tratta di un testo tecnico senza investitura politica.
Il prezzo dell’astensione
Ha invece la sostanziale approvazione dei commissari europei la proposta su Dublino, sebbene manchi ancora una riunione in programma lunedì. L’Italia si è battuta a lungo per riequilibrare le regole che, come la Grecia, la vedono in prima linea da anni. Il 5 aprile il Team Juncker ha intavolato due opzioni. La prima è quella che dovrebbe passare, la «Dublino+». La seconda disegnava un sistema per riallocare integralmente gli asilanti sulla base di una chiave di distribuzione europea con quote prestabilite: è caduta per mancato consenso. Così, a quanto risulta a La Stampa, si profilano quote di migrazione responsabile costruite su pil, abitanti e altri fattori. Su tale base si stabilirà l’emergenza in caso di variazione del 150% e partirà la redistribuzione fra tutti con quote percentuali prefissate. L’astensione può essere acquistata per 12 mesi. La cifra che gira è alta, 250 mila euro a profugo. Ma potrebbe cambiare.
«Quello che succede al Brennero dipende prima di tutto dall’Italia», ha spiegato intanto a Potsdam il ministro degli Interni tedesco Thomas de Maizière al termine di un colloquio col suo nuovo collega austriaco, Wolfgang Sobotka, dal quale è emersa una forte sintonia tra Berlino e Vienna sulla questione dei migranti. Roma «sa che deve contribuire a fare in modo che le frontiere di Schengen restino aperte», ha notato de Maizière. «È compito dell’Italia» impedire arrivi in massa, Roma deve rispettare i suoi impegni, gli ha fatto eco Sobotka, che ha parlato di «200.000 fino a un milione di persone» in attesa di mettersi in viaggio verso l’Europa dalla Libia. Al Brennero, ha aggiunto il ministro austriaco, verranno realizzati dispositivi per una recinzione, ma quest’ultima non verrà per il momento montata: si tratta di far capire che, in caso di necessità, l’Austria è in grado di impedire l’attraversamento illegale delle frontiere.
Secondo de Maizière, facendo un confronto con la situazione della Grecia, l’Italia potrebbe aver bisogno di aiuto se dovesse trovarsi a fronteggiare l’arrivo di «circa 200-300-350 mila» migranti, ma «siamo ben lontani da ciò».