sabato 2 aprile 2016

La Stampa 2.4.16
Sottosegretario e sindaca portavano sconosciuti a votare alle primarie Pd
La ricostruzione che emerge dai documenti dei pm
di Francesco Grignetti

No, non è il Texas. È la Basilicata. E così ci saranno pure il petrolio e le royalties, ma ci sono soprattutto la sindachessa che piazza i suoi fedeli, il vigile urbano che trucca le primarie del Pd, l’assistente che fa il giro delle sette chiese e chissà perché non vuole parlare al telefono, il sottosegretario che non molla la posizione e da Roma muove i fili della politica regionale.
L’inchiesta che ha fatto dimettere la ministra Federica Guidi, e che sta contribuendo a demolire l’immagine della ministra Maria Elena Boschi, è anche uno spaccato di piccole trame di paese in salsa dem. La grande multinazionale Total, infatti, alle prese con un business miliardario, deve vedersela innanzitutto con la signora Rosaria Vicino, Pd, primo cittadino di Corleto Perticara, 2.537 anime in provincia di Potenza. Il preziosissimo sito di Tempa Rossa ricade nel suo territorio. E lei, come da intercettazioni, ha un obiettivo solo: «Senti - dice all’ingegnere Rocco D’Amato, progettista del campo Total - ma poi... ma che devono fare una gara d’appalto normale, pubblica oppure se... per i lavori... o come funziona? Ah! e quindi la devono fare a chiamata diretta, forse».
Un tempo si sarebbe chiamato clientelismo. Oggi, chissà. «Una volta che si è sistemato il figlio da qualche parte - confida il vigile urbano a un amico - non ha motivo più di... sì, rimane nel partito, per dire, così, come persona... Poi è andata bene, cioè nel senso, ha fatto 25 anni di politica, è andata sempre bene, perché rischiare di trovarti in una indagine, in un qualcosa? Perché qua i soldi sono assai».
Già, i soldi. La politica locale gira tutta attorno alle royalties del petrolio che prima o poi arriveranno agli enti locali. E così è indispensabile presidiare il territorio. Il Governatore dem Marcello Pittella cerca di allargare la sua sfera d’influenza? Vuole «mettere le bandierine?». E lei si scatena alle primarie. Lei che è un baluardo della minoranza Pd, perciò è «nemica» dell’attuale Governatore, il renziano Pittella, e fedele del suo predecessore (Vito De Filippo, sottosegretario alla Salute). «Frenetica - scrive il gip - è stata l’attività posta in essere dalla Vicino, che non solo ha effettuato, utilizzando sempre il cellulare di servizio della Provincia di Potenza, numerosissime telefonate a concittadini per indicare loro di votare Luongo, ma ha anche effettuato una propaganda “porta a porta”, utilizzando l’autovettura dei vigili urbani del paese».
Non vede scandalo, la sindachessa. Quell’auto dei vigili urbani in fondo è il suo taxi. E mentre la scarrozzano, lei parla di tutto, di politica e non solo, al telefonino pagato dalla Provincia. E non lascia nulla al caso. Su sua indicazione, il vigile urbano del paese, Giovanni Pagano, si reca «alle urne delle primarie del Pd, presiedute da Savino Luana (consigliere comunale di maggioranza e dipendente della società Total), al fine di esprimere numerose preferenze in favore del candidato Luongo, utilizzando documenti appartenenti ad altre persone».
Il maestro nella gestione del consenso è Vito De Filippo, già Governatore della Basilicata dal 2005 al 2013, poi dimessosi per lo scandalo dei rimborsi (è stato condannato di recente dalla Corte dei Conti a rimborsare 2641 euro), attuale sottosegretario alla Salute. «Siamo come fratello e sorella», si vanta Rosaria Vicino. E infatti è De Filippo a preoccuparsi di far assumere il figlio all’Eni.
Ma il gip dedica ampio spazio anche a un incontro tra la sua assistente Mariachiara Montemurro e l’imprenditore del settore energetico Pasquale Criscuolo. C’è la telefonata preparatoria di De Filippo: «Pasquale ti devo chiedere una informazione molto semplice, io... la mia assistente, l’avvocato Montemurro, dovrebbe passare a chiederti una informazione per mio conto... ti può contattare... io forse è la prima telefonata che ti faccio negli ultimi 10 anni, non ti ho mai chiamato... non disturbo mai, non disturbo mai».
«Come si già in precedenza illustrato - chiosa il giudice - De Filippo ha utilizzato la giovane collaboratrice quale sua portavoce, affinché la stessa comunicasse a soggetti terzi, di persona, notizie e/o richieste che non potevano evidentemente essere comunicate per telefono».