giovedì 28 aprile 2016

La Stampa 28.4.16
I Radicali: spacchettare il referendum. E M5S ci pensa
di Francesco Maesano

Ieri Maria Elena Boschi l’ha messa giù chiara. Al referendum confermativo delle riforme costituzionali «ci sarà chi augurerà lunga vita all’azione riformatrice del governo e chi invece non lo farà», ha spiegato, spazzando via ogni dubbio su quanto Palazzo Chigi consideri il voto d’autunno un test politico nazionale. Un plebiscito, lo definiscono le opposizioni, avendo ancora qualche mese di fronte per decidere se tentare di dare la spallata a Renzi lavorando per il no o se cercare strade alternative.
Una di queste l’hanno escogitata i Radicali che ieri hanno presentato a Montecitorio le loro proposte per «spacchettare» il quesito e rendere il voto «non un plebiscito ma un’occasione di confronto democratico dove ai cittadini sia garantito un reale potere di scelta». La prima prevede la presentazione di un referendum per parti separate. In questo schema agli elettori verrebbe sottoposta l’intera legge ma divisa per capitoli. I Radicali hanno spiegato di voler lasciare all’ufficio centrale per il referendum della Cassazione, cui spetta il giudizio di ammissibilità, l’iniziativa sullo «sporzionamento» della legge.
L’altra proposta avanzata dai Radicali è quella di presentare ai cittadini dei referendum parziali. Quesiti che investano solo un aspetto della legge di riforma costituzionale e che diano per confermato il resto del testo. Loro ne propongono due. Il primo sulla composizione e l’elezione del Senato e il secondo sulla disciplina del referendum abrogativo.
Si tratta, al momento, dell’unica iniziativa sul campo alternativa al «quesitone», cioè alla presentazione integrale della legge al voto dei cittadini. E qualcuno tra le opposizioni sta già pensando di convergere sullo schema dei Radicali. Ci sta ragionando su con qualche scetticismo la sinistra del Pd, che vuole attendere l’esito delle amministrative prima di decidere come regolarsi a ottobre. Sta valutando seriamente la cosa il M5S, che già lavorava da mesi sotto traccia a una soluzione simile. L’iniziativa radicale pare aver convinto i vertici Cinquestelle che nei prossimi giorni inizieranno una discussione in rete e con i gruppi parlamentari, proponendo però alla Cassazione un loro paniere di quesiti senza aspettare che sia questa a dividere il testo.