La Stampa 26.4.16
Precari scuola, uno su tre ce la farà
Via al Concorsone che vale una vita
La
selezione è riservata a chi è già in possesso di una abilitazione L’80
per cento dei candidati è donna: l’età media è di quasi 39 anni
Fine
anno, tempo di esami. Ma questa volta non tocca soltanto ai maturandi o
agli studenti alle prese con le ultime verifiche. A finire sotto la
lente dei commissari saranno anche i 165.578 docenti precari che
partecipano al concorso della scuola. Le prove prendono il via tra due
giorni, giovedì 28 aprile, e i posti in palio sono 63.712, riservati ai
precari già in possesso dell’abilitazione. «È un processo di
stabilizzazione senza precedenti - sottolinea il ministero
dell’Istruzione - A settembre 2015 abbiamo assunto circa 90mila precari
che stazionavano da anni nelle vecchie graduatorie ad esaurimento (Gae).
Con questo nuovo concorso sarà immesso in ruolo un docente su tre. Una
percentuale altissima: l’ultima selezione pubblica del 2012 bandiva
11mila posti e a contenderseli furono in oltre 320mila».
È la
«guerra alla supplentite», per dirla con il premier Matteo Renzi. Tra i
partecipanti, oltre otto su dieci sono donne e l’età media è di 38,6
anni. Si tratta in maggioranza di candidati in possesso del Tfa
(Tirocinio formativo attivo) e del Pas (il percorso abilitante speciale
riservato agli insegnanti con tre anni di esperienza). Insomma, chi
arriva alla prova del 28 aprile ha già superato una selezione durissima,
con dieci esami e discussione della tesi finale. «Tutta l’impostazione è
improntata a premiare la meritocrazia», dice ancora il Miur.
Ma
la strada del «Concorsone» è stata tutt’altro che agevole. I paletti di
accesso imposti dalla Buona Scuola hanno fatto insorgere i non
abilitati, che hanno presentato una pioggia di ricorsi al Tar e hanno
fatto storcere il naso anche agli stessi abilitati: «Ci hanno già
giudicati, cos’altro dobbiamo dimostrare?», è il commento più diffuso
tra gli iscritti ai gruppi Facebook «No concorso». Il Miur ha dovuto
fare i conti anche con una serie di intoppi burocratici, come la penuria
di commissari o la polemica sulla pubblicazione tardiva del bando,
prevista entro l’1 dicembre e slittata al 29 febbraio.
Ma
l’aspetto che fa fibrillare di più i precari è il vincolo, imposto da
una sentenza europea, che vieta di rinnovare i contratti a tempo oltre i
36 mesi. La prospettiva, per chi non dovesse superare il concorso, è di
lavorare ancora tre anni da precario per poi dire addio
all’insegnamento. Timori che il ministero prova a fugare: «La Buona
Scuola ha stabilito il principio per cui si torna a bandire con
regolarità: il prossimo concorso sarà tra tre anni». Ieri, il Comitato
docenti precari ha chiesto al ministero di fare un passo indietro. «La
procedura va avanti regolarmente», è la replica. Il 28 aprile la
campanella per i precari della scuola suonerà.
[l.cat.]