La Stampa 21.4.16
Arriva il treno Pechino-Lione
La nuova via della seta su rotaie
Al momento l’Italia è tagliata fuori, ma con la Tav sarà collegata
Come
una nuova via della seta, ma su rotaie. Questa mattina alle 8, alla
stazione logistica di Saint-Priest, vicino a Lione, è in arrivo un treno
molto speciale. Ci saranno politici, consoli e fotoreporter ad
attenderlo. È il primo treno carico di merci partito dalla Cina:
raggiunge la sua destinazione dopo 11.300 chilometri di viaggio percorsi
attraverso Kazakistan, Russia, Bielorussia, Polonia e Germania, uno
scalo per scaricare alcuni container a Duisburg. Ci sono voluti quindici
giorni. Sono stati superati non pochi problemi tecnici. In Russia, per
esempio, i binari hanno lo scartamento più largo, servono soste
obbligate e cambi in corsa. Ma resta comunque un viaggio corto la metà
rispetto a quello per mare. E ormai il treno è qui, sta arrivando nel
cuore dell’Europa.
L’obiettivo
La notizia è che presto
questo viaggio straordinario diventerà normale. La compagnia «Wuhan Asia
Europe Logistics», la prima ad aver inaugurato la rotta, ha già
annunciato l’intenzione di aprire un ufficio permanente a Lione. Per poi
organizzare un servizio di tre convogli al mese: andata e ritorno. Con
alcune razionalizzazioni lungo il percorso, l’obiettivo è riuscire a
coprire la tratta da Wuhan a Lione in una settimana. Sette giorni per
questo viaggio intercontinentale di terra. Così oggi, il primo arrivo
viene celebrato come una grande possibilità di sviluppo.
L’Italia
per adesso è tagliata fuori, ma non lo sarà in futuro. Con
l’inaugurazione del tunnel del Gottardo, e poi con la Torino-Lione. Ecco
perché proprio Mario Virano, il direttore generale di Telt, la società
italiana che gestisce i lavori per la costruzione del tunnel per l’alta
velocità fra Italia e Francia, è stato invitato alla cerimonia. «Sono
molto felice di partecipare a ad un momento così altamente simbolico -
dice Virano - il corridoio Est-Ovest, tanto vituperato da alcuni, che lo
ritenevano solo un’illusione, sta diventando realtà. La Svizzera già
collega treni dalla Spagna alla Cina. Il governo russo e quello cinese
hanno realizzato un accordo per costruire l’alta velocità: un’opera da
sei miliardi di dollari. Insomma: il mercato si annuncia in fortissima
crescita. C’è un oggettivo grande interesse nel potenziare questa rotta.
Per le merci e per i passeggeri».
E l’Italia? «Il percorso
naturale sarebbe proprio il Corridoio Mediterraneo, quello che
attraversa la Pianura Padana. Ma oggi non è praticabile perché sconta la
penalizzazione dell’attraversamento alpino a 1300 metri di quota nel
vecchio tunnel del 1871, qualcosa di incompatibile con le nuove
tipologie di treni. Però è evidente: la via della seta non era una
congettura poetica. Ora è il mercato stesso a segnalare la necessità di
infrastrutture che connettano in modo più veloce, sicuro e pulito il
nuovo mondo globalizzato. Quello che sta succedendo mette in luce ancora
di più i nostri ritardi, ma è anche uno stimolo per accelerare».
La Torino-Lione
Il
piano di lavoro per la linea ad alta velocità Torino-Lione, almeno
sulla carta, è questo: completare la prima parte entro il 2019, due
miliardi di investimenti di cui 813 milioni finanziati dalla commissione
europea. Dal 2020 al 2027 verrà completato lo scavo. Quindi serviranno
altri due anni di opere tecniche per attrezzare la galleria. Totale:
tredici anni per entrare a far parte della nuova via della seta.
È
proprio con questa visione che lo scorso novembre molti sindaci delle
principali città interessate dal progetto hanno firmato la «Carta di
Torino». Mosca, Tirana, Norimberga, Barcellona, Siviglia, Lione e
Budapest. Un impegno per aggregare gli interessi dei territori, mettere
in condivisone le energie e rendere il sogno sempre più concreto.