La Stampa 20.4.16
La rete-Boschi
Così la ministra costruisce la sua autonomia
di Jacopo Iacoboni
Uno
può credere che sia un caso, ma qui non lo si crede. Ogni volta che c’è
una qualche interazione con alcuni ambienti, italiani o all’estero,
europei o nordamericani, politici o imprenditoriali, alla fine trovi
Maria Elena Boschi. C’è una scuola di politica organizzata dai
socialisti europei, che parlerà a cento giovani però non iscritti a
partiti, con lezioni alle quali parteciperanno nomi del calibro di Nadia
Urbinati, Zygmunt Bauman, Jan Zielonka? Ci va Maria Elena Boschi (la
scuola durerà due giorni, da oggi al 22 aprile, a Reggio Emilia). Il
nome della Boschi è chiaramente stato fatto a Bruxelles, era lei che
volevano, e hanno spinto per averla.
C’è l’incontro della
Trilateral a Roma, lo scorso weekend, e chi è tra i politici italiani
quello che più incuriosisce gli interlocutori del meeting a Monte Mario?
Accanto a Enrico Letta, collocato da sempre in quell’ambiente,
sicuramente quella ricercata è Maria Elena Boschi. Lei, in un inglese
migliore di quello del premier, spiega le riforme, parla serenamente
dell’inutilità del referendum sulle trivelle, annuncia tagli di bilancio
- in maniera piuttosto inusuale, vista la natura informale
dell’incontro, ma soprattutto mostrando una sicurezza sempre maggiore,
una specie di autonomia politica dal suo premier. Oppure, ancora prima,
chi partecipa al Lunch Talk, uno degli incontri preparatori della
sezione italiana della Trilateral, con Carlo Secchi, ex rettore della
Bocconi, e Paolo Magri, direttore dell’Ispi? Sempre lei, la ministra.
Loro dicono che «l’invito per Renzi è sempre aperto», ma di fatto è la
Boschi che tiene aperto il file con loro.
Raccontano che nel
difficile rapporto del governo con alcune burocrazie, tanto Renzi sia
sostanzialmente a disagio, quanto la Boschi abbia conquistato molti dei
papaveri dell’establishment tecnico-istituzionale italiano: dal
consiglio di Stato alla Corte dei conti fioriscono anche leggende sulla
ministra che va ai loro convegni, e loro che poi cercano lei, come
interlocutrice.
Se Renzi incappasse in qualche difficoltà
politica, un alter ego interno si sta già costruendo sul campo. Non più
la prima dei renziani; semmai, l’unica alternativa interna, in proprio, a
Renzi.