venerdì 1 aprile 2016

La Stampa 1.4.16
“Nella preistoria studiavano il cielo”
L’ipotesi che affascina la Nasa
Nel Cuneese incisioni su pietra che ricordano una costellazione
di Carlo Giordano

Cacciatori, ma anche abili astronomi in grado di scovare sulla volta celeste la costellazione di Perseo e scolpirla su una roccia, anticipando e non di poco la storia dei Re Magi persiani. Tanto da meritarsi l’attenzione dei ricercatori della Nasa, l’ente aerospaziale statunitense. La capacità di identificare una formazione celeste, di attribuirle un’importanza meteorologica e probabilmente anche religiosa, tanto da riprodurne le stelle principali sotto forma di coppelle su una roccia-altare votivo è uno dei tanti misteri degli uomini dell’Età del Bronzo che vivevano sulle alture del Roccerè (1.800 metri di quota), nella bassa valle Maira, a pochi chilometri da Dronero, nel Cuneese.
L’ipotesi che i segni sull’altare non siano casuali ma corrispondano a una conoscenza scientifica dal valore spirituale emerge dagli studi di Guido Cossard, fisico e presidente dell’Associazione ricerche e studi di archeoastronomia valdostana e ha come fondamento una serie di coppelle (fori emisferici praticati artificialmente nella roccia) che si possono osservare sulla roccia in una zona ora deserta sulla montagna che sovrasta il paese di Roccabruna.
«Nel sito archeologico del Roccerè ce ne sono tantissime di coppelle sparse su un’area di 20 mila metri quadrati - spiega Cossard -. Un gruppo di queste, in modo particolare, ha attirato la mia attenzione: la disposizione dei fori scolpiti nella roccia riproduce, infatti, in modo sorprendente, la costellazione dedicata al mitico eroe greco Perseo. Ho fatto una comparazione fotografica che è stata pubblicata sul sito Asterisk, forum di discussione della prestigiosa pagina Apod della Nasa, con la didascalia “Perseus constellation on the rock at Roccerè”. Un riconoscimento che avvalora la nostra ipotesi e che di conseguenza apre, però, una serie di altri affascinanti interrogativi».
Sull’uso e significato delle coppelle gli studiosi si dividono. C’è chi sostiene che i fori nella roccia siano stati dei primordiali ex voto. Altri, addirittura, dei simboli, «leggendo» i quali in relazione alla posizione della costellazione in cielo, fosse possibile prevedere il futuro. Possibilità che non esclude l’altra.
«Coppelle di questo tipo si trovano in diverse aree archeologiche d’Europa e, in particolare, nell’arco alpino - dice Cossard -. Che gli uomini primitivi fossero attenti osservatori del cielo non ci sono dubbi. Nei miei studi ho riscontrato diverse raffigurazioni di costellazioni, ad esempio sul monte Musinè, all’imbocco della val di Susa. Trovarsi davanti alla costellazione di Perseo è però un’assoluta novità. Significa che chi ha scavato quelle coppelle aveva a disposizione conoscenze non comuni, in grado di individuarla tra una miriade di stelle. Inoltre, analizzando la costellazione raffigurata si nota che l’osservatore preistorico ha individuato anche la stella variabile, detta così poiché varia d’intensità, oggi conosciuta come Algol, chiaramente riconoscibile sulla pietra. Il fenomeno delle stelle variabili ora è ben noto e spiegato, ma tale non era nell’antichità. A questo punto Roccerè potrebbe quindi detenere un record assoluto: quello di rappresentare il sito più antico nel quale si può ipotizzare che l’uomo abbia osservato e rappresentato una stella variabile».
Una notizia destinata a rilanciare la notorietà del Roccerè, considerato da appassionati e ricercatori un sito di arte rupestre dell’Età del Bronzo a livello europeo. Il Comune di Roccabruna si sta attrezzando. L’intera area in cima al monte è stata delimitata. È nata anche un’associazione, Amici del Roccerè, che si occupa della conservazione del sito naturalistico, e organizza escursioni guidate.
Una notorietà dovuta a quei misteriosi abitanti dell’Età del Bronzo che dalle montagne della valle Maira, forse fra i primi nella storia, scrutarono le costellazioni, soffermandosi in modo particolare su quella poi dedicata all’eroe greco che uccise la Medusa, ma che forse con quella lancia impugnata, come appare nella stilizzazione stellare, era un dio cacciatore, come loro.