La Stampa 17.4.16
L’Europa prenda posizione sulle torture in Egitto
Lettera aperta ai leader europei e ai policymaker
Crediamo
sia ora per l’Unione europea di assumere una posizione netta e decisa
nei confronti dei recenti episodi accaduti in Egitto. Una presa di
posizione più chiara e decisa consentirà di servire al meglio sia gli
interessi dell’Europa, che quelli del popolo egiziano. Da troppo tempo
ormai l’Ue è rimasta silenziosa sulle questioni politiche, giudiziarie e
riguardanti i diritti umani in Egitto, mentre la linea politica di
numerosi Stati membri è stata all’insegna della normalizzazione delle
relazioni con il governo del presidente Abdel Fattah el-Sisi.
Al
contempo, le repressioni del governo egiziano hanno raggiunto un punto
in cui la mera esistenza dei diritti umani è a rischio, in cui non vi è
nessuno che risponda delle torture inflitte, delle morti in custodia,
delle sparizioni forzate, nonostante l’evidenza oltre ogni dubbio della
responsabilità dello Stato per queste pratiche. La morte di Giulio
Regeni e le questioni irrisolte che la circondano, al centro delle
preoccupazioni italiane e dell’Unione Europea, sono emblematiche di un
problema ben più esteso che affligge sistematicamente numerosi cittadini
egiziani.
La recente riapertura del caso «finanziamenti
stranieri», finalizzato a colpire le più importanti organizzazioni per i
diritti umani del Paese, minaccia la sopravvivenza di quei gruppi che
tentano di documentare abusi di diritti e potrebbe minacciare gli
attivisti per i diritti umani con condanne all’ergastolo. Invece di
perseguire questi gruppi, il governo dovrebbe assumere misure per far
fronte al problema degli abusi commessi dagli stessi servizi di
sicurezza, abusi che stanno provocando un crescente malcontento in
Egitto e una diffusa preoccupazione tra l’opinione pubblica europea. Il
governo egiziano dovrebbe anche abbandonare la pratica di arresti per
reati di opinione, espressione politica e proteste pacifiche. La
repressione in corso ha dimostrato di essere controproducente anche per
la stessa stabilità dell’Egitto ed è ora divenuta un ostacolo innegabile
per le possibilità dell’Ue di cooperare pienamente con il Paese. Più in
generale, l’eccessivo focus sulla sicurezza da parte del regime
egiziano, che si manifesta con repressioni e nel non perseguire
politiche di inclusività, ha impedito di compiere progressi per quanto
riguarda le sfide economiche e sociali dell’Egitto.
Pertanto
chiediamo ai leader europei, a partire dal presidente francese François
Hollande che visiterà l’Egitto la prossima settimana, di essere chiari
nel messaggio da dare alle autorità egiziane:
• L’Ue e i suoi
Stati membri rimangono convinti dell’importanza delle relazioni con
l’Egitto e rimangono impegnati a sostenere uno sviluppo politico,
economico e sociale inclusivo. L’Egitto e l’Unione europea sono uniti da
vari fattori, inclusi interessi rilevanti e condivisi in materia di
sicurezza, stabilità regionale e legami commerciali.
• Tuttavia le
relazioni future fra l’Ue e l’Egitto dovranno venire necessariamente
meno fintantoché le autorità egiziane manterranno politiche che l’Ue
considera violazioni dei principi fondamentali, inclusa la persecuzione
di gruppi a difesa dei diritti umani, l’impunità per le violazioni
commesse dai servizi di sicurezza e le detenzioni degli oppositori
politici. Queste politiche non porteranno certamente quella stabilità
che sia l’Egitto che l’Ue vogliono raggiungere.
• Pertanto l’Ue
ritiene che l’Egitto debba: 1) avviare una riforma del settore della
sicurezza, che prima di tutto spazzi via il ricorso alla tortura e alle
sparizioni forzate da parte di agenti dello Stato, in linea con gli
standard internazionali riconosciuti; 2) abrogare le leggi che
permettono le molestie e la repressione delle organizzazioni della
società civile, così come le leggi che configurano la protesta pacifica
come reato, e far decadere i procedimenti in corso in applicazione di
queste leggi; e 3) rilasciare i detenuti a causa di protesta non
violenta e i prigionieri politici, preferibilmente per mezzo di
un’amnistia su larga scala.
• L’Ue è pronta a offrire ogni
assistenza per attuare queste riforme, e spera di poter rendere più
profonde le relazioni con l’Egitto man mano che queste riforme
procedono. Tuttavia, in assenza di tali riforme, le relazioni fra Ue ed
Egitto non potrebbero che risentirne, e l’Ue continuerà a prestare
massima attenzione a queste questioni e a sollevarle pubblicamente,
laddove fosse necessario.
• L’Ue estende la propria solidarietà e
sostegno all’Italia nella ricerca della verità e giustizia per le
torture e l’omicidio di Giulio Regeni.
Emma Bonino, Anthony
Dworkin, Issandr El Amrani, Rasmus Alenius Boserup, Haizam Amirah
Fernández, Koert Debeuf, Dina Fakoussa, Stéphane Lacroix, Daniel Levy,
Arnold Luethold, Charles Powell, Stephan Roll, Patrycja Sasnal, Marietje
Schaake, Nathalie Tocci, Richard Youngs