La Stampa 16.4.16
Nessuna compagna in stanza con lei
Disabile salta la gita scolastica
Legnano, l’agenzia ha chiesto ai genitori di pagare la penale
di Fabio Poletti
Quando
lunedì i suoi compagni di terza media dell’istituto omnicomprensivo
Carlo Cattaneo di Legnano, in provincia di Milano, andranno in gita,
Gianna non sarà con loro. Niente giro dell’Alta Austria, niente visita
educativa al lager di Mauthausen. Solo perché Gianna è una ragazzina
autistica, con qualche problema comportamentale. I suoi compagni di
classe hanno iniziato a discutere su chi dovesse rimanere a dormire in
camera con lei. I genitori degli altri ragazzini si sono doppiamente
preoccupati. La scuola non è stata in grado di trovare una soluzione. La
dirigente scolastica è mancata solo tre giorni fa. Nel plesso si
aspetta un nuovo incaricato. Ma di fronte a questo mix di apprensione,
burocrazia e forse troppa leggerezza il padre di Gianna, insegnante
anche lui, non ci sta: «Mia figlia è autonoma. Frequenta gli scout. Solo
pochi giorni fa ha dormito in tenda durante una gita. La gita a
Mauthausen serviva per educare i nostri figli a capire a cosa può
portare la discriminazione. E mia figlia è vittima proprio di quella
discriminazione che si vorrebbe combattere».
L’Ufficio scolastico
di Milano giura: «Stiamo seguendo con attenzione e la dovuta discrezione
tutta la vicenda». Ma intanto, se non bastasse il danno, è arrivata
anche la beffa. Perché l’agenzia di viaggio a cui si era rivolta la
scuola ha chiesto ai genitori di Gianna di pagare la penale per la
mancata gita. La madre della ragazzina dopo giorni di discussione non sa
più a chi rivolgersi: «Questa cosa sarebbe giustificata solo con le
leggi razziali. Ma se c’è uno Stato di diritto lo Stato dovrebbe fare
qualcosa». Il Ministero dell’istruzione a cui si erano rivolti i
genitori di Gianna ha mandato una lettera a scuola. La scuola ha
convocato un Consiglio di classe. Poi è mancata la dirigente scolastica.
A 48 ore dalla partenza, Gianna rischia di dover passare tre giorni a
casa o di essere in classe da sola con l’insegnante di sostegno e un
mare di banchi vuoti.
In tre anni di scuola Gianna non ha mai
avuto problemi. I suoi genitori sono presenti. La scuola conosce
perfettamente la situazione. I compagni di classe fino a questi ultimi
giorni non avevano dato segni di voler tenere lontana Gianna. Anche
qualche mese fa, a gennaio, quando è nata l’idea della gita in Alta
Austria, sembrava che tutto filasse liscio. La gita in pullman, la
visita al lager nazista, poteva essere l’occasione per un percorso
didattico diverso. «Poi i compagni di classe di mia figlia hanno
iniziato a chattare su whatsapp chiedendo chi si sarebbe offerto per
dormire in camera con lei. Dalla preoccupazione sono passati allo
scherno. Abbiamo letto offese gratuite a mia figlia», non si dà pace il
genitore.
Ma quello che è peggio, sono stati i genitori degli
altri ragazzini ad aggravare la situazione. Doppiamente preoccupati,
hanno iniziato a tempestare la scuola facendo presente il problema,
sostenendo che i loro figli non potevano assumersi la responsabilità di
badare a Gianna. Il Consiglio di classe di pochi giorni fa che poteva
risolvere la questione è invece finito nel peggiore dei modi. Senza che
si trovasse una situazione, a quel punto impossibile visto che la gita
partirà comunque lunedì. Nel cercare di avere soddisfazione e giustizia
per la figlia, i genitori di Gianna hanno cercato di coinvolgere mezzo
mondo. Anche il consigliere regionale lombardo del Movimento 5 Stelle
Paola Macchi che ha investito pure l’assessorato: «Bisognava intervenire
subito. La scuola ha trattato il problema con sufficienza. Si è
deresponsabilizzata. Di fronte a questi atti di discriminazione e
cyberbullismo si deve intervenire perché i ragazzi capiscano la profonda
ingiustizia e disumanità del loro comportamento non mandandoli in gita.
Come se nulla fosse successo».