La Stampa 15.4.16
Avramopoulos dà lo stop a Vienna
“Così mettete a rischio Schengen”
Il
commissario Ue per gli Affari Interni: invieremo una lettera formale
“L’Italia ha il nostro sostegno, pronti a potenziare Frontex sulle
coste”
di Marco Zatterin
Dimitris Avramopoulos ha
un tono severo. «La mia linea è chiara», assicura. Davanti alle ruspe
austriache che confezionano la barriera anti-migranti preventiva al
valico del Brennero, il commissario Ue per gli Affari Interni ribadisce
di credere «nell’esigenza di costruire ponti e non muri», poi aggiunge
che «non abbiamo bisogno di politiche che portino alla chiusura delle
frontiere, perché così si mette a rischio Schengen». Concede, con
riferimento alla strategia di Vienna, che «iniziative unilaterali come
questa» finiscono proprio per attentare alla libera circolazione. «Non è
la giusta risposta ai problemi - insiste -. Spero che la decisione
(austriaca, ndr) non sia attuata e che il dialogo prevalga. Dobbiamo
fare tutti il possibile perché Schengen torni alla normalità entro fine
anno».
Crede che sia possibile?
«I Ventotto devono mantenere
gli impegni. Nel momento in cui lo faranno, quando ogni decisione presa
verrà attuata non avremo problemi fra gli Stati, soprattutto se amici e
vicini di casa».
Avete parlato con Vienna?
«Ho chiesto alla
ministra Mikl-Leitner un testo che spieghi cosa stanno facendo e
perché. Lo aspettiamo da un attimo all’altro. Anche noi invieremo una
lettera formale».
Una volta ottenuta la risposta, quanto ci vorrà per valutare se la barriera del Brennero è «necessaria e proporzionata»?
«Si deve essere rapidi, non c’è un istante da perdere».
Paesi come Germania e Austria non paiono aver fiducia nell’Italia. Temono che lasci passare i migranti verso Nord.
«È
vero che Italia e Grecia sono state colte di sorpresa dalla
straordinaria ondata. Inizialmente non avevano i mezzi e le strutture
sufficienti per gestire i grandi flussi. È però una storia del passato.
Entrambi i Paesi sono fortemente impegnati a fare ciò che hanno
promesso. Ci sono i centri hotspot operativi, i controlli, le
identificazioni e tutto il resto».
E la fiducia?
«Non credo
che ci sia una mancanza di fiducia qui, non almeno quando si parla di
migrazioni. Il problema è più serio quando si tratta di Sicurezza. Lì
siamo parecchio indietro. Non smetterò di fare pressioni sulle capitali
perché si scambino le informazioni e l’Intelligence per combattere il
terrorismo. Detto questo, non dobbiamo legare i due capitoli, terrorismo
e migranti».
Parla di rispettare le regole. Gli impegni di ridistribuzione dei migranti in seno all’Ue sono assai deludenti.
«Ognuno
deve fare il suo dovere, è la sola via per evitare il gioco del biasimo
reciproco che porta detrimento all’Unione e le decisioni unilaterali.
Siamo tutti sulla stessa barca. Dobbiamo agire con spirito di
solidarietà reciproca»
Va bene. Ma non può essere soddisfatto della riallocazione. Centinaia su 160 mila...
«No,
non funziona. Sono molto deluso. Mi sarei aspettato una maggior
responsabilità dai governi. Alcuni danno il buon esempio, come
Portogallo o Norvegia. Gli altri devono comportarsi analogamente. Prima,
lo scorso anno, potevano anche avere ragione nell’esprimere il dubbio
che quelli che entravano fossero davvero identificati e registrati. Ora
la verifica è totale. Perciò dobbiamo dimostrare che diciamo sul serio
quando promettiamo soluzioni ai cittadini».
Arrivano mille persone al giorno dalla Libia. Come la vede?
«Se
si presentano delle sfide migratorie per Grecia o Italia bisogna
rispondere e ragionare in modo europeo. Sono in stretto contatto col
ministro Alfano. Al momento non ci sono prove che il flusso dei migranti
si sposti dalla Grecia all’Italia, anche se gli arrivi alla Libia
aumentano. Frontex dice che da metà marzo sono stati oltre diecimila, in
prevalenza dall’area subsahariana. L’Italia ha il nostro sostegno e
continuerà ad averlo. Siamo pronti ad aumentare la presenza di Frontex
sulle coste, se necessario».
Teme che possa essere un’altra ondata straordinaria?
«Per
ora no. Non credo sarà come lo scorso anno. Anche perché sia Italia che
Grecia sono ben attrezzate. Il problema esiste. Non possiamo predire
accuratamente quanti ne arriveranno quest’anno. Si deve essere tutti ben
preparati per ogni circostanza».