La Stampa 14.4.16
Medici di famiglia aperti 16 ore
Parte la rivoluzione sanitaria
Copertura grazie a una staffetta. E si potranno prenotare le visite
di Paolo Russo
Di
annunci ne sono stati fatti tanti, seguiti da pochi fatti. Ma questa
volta il miraggio dovrebbe diventare realtà: studi dei medici di
famiglia aperti 16 ore al giorno, week end compreso. Perché a dirlo
questa volta non è qualche accordo scritto sull’acqua ma la nuova
convenzione dei dottori di fiducia, approvata ieri da Governo e Regioni.
Manca l’ok dei sindacati, ma della prime reazioni positive la strada
sembra in discesa.
Così meno file estenuanti al pronto soccorso
perché il proprio medico non c’è. E presto anche niente attese per
pagare il ticket o prenotare una visita piuttosto che un accertamento.
Operazioni che bypassando il Cup si potranno fare rapidamente dallo
studio del medico di famiglia.
È una vera rivoluzione quella
preannunciata dall’ «Atto di indirizzo per il rinnovo delle convenzioni
di medicina generale» approvato ieri dal «Comitato di settore Regioni
sanità», del quale fa parte anche il Governo. La novità di maggior
rilevo è quella della «continuità assistenziale», che dovrà essere
garantita dalle 8 del mattino alla mezzanotte da medici di famiglia e
guardia medica, oramai assimilati in un ruolo unico. Nelle ore notturne
ad assistere chi ne ha bisogno ci penserà il 118. «Una staffetta che
consente di avere più medici disponibili nell’arco della giornata,
andando a coprire anche fasce orarie come quelle delle 8 alle 10 del
mattino o del primo pomeriggio, dalle 14 alle 16, oggi meno coperte. E
che generano così intasamenti nei pronto soccorsi a discapito di chi ha
una vera emergenza», spiega il segretario del sindacato dei medici di
medicina generale Fimmg, Giacomo Milillo.
A garantire la
continuità delle cure saranno le Aft, Aggregazioni territoriali
funzionali, non un luogo fisico, ma un nuovo modello organizzativo che
consentirà comunque ai cittadini di trovare il medico per tutto l’arco
della giornata. Terminato il turno del proprio medico di fiducia, ce ne
sarà comunque un altro a disposizione, collegato a un data base che
consentirà in qualsiasi momento di avere sottomano il profilo sanitario
dell’assistito. «Nelle grandi città - spiega Milillo - basterà
rivolgersi allo stesso studio al quale si è abituati ad andare in
visita, nei piccoli centri più probabilmente, finito il turno del medico
di propria scelta ci si dovrà spostare nel vicino studio del medico che
gli subentra». I servizi di pediatria saranno invece garantiti dalle 8
alle 20 per cinque giorni la settimana.
Il nuovo modello di
assistenza di base dovrebbe inoltre favorire la nascita di nuovi
maxi-ambulatori, con presenza di più medici di famiglia, in alcuni casi
anche specialisti ed infermieri, dove sarà possibile fare prime analisi
cliniche, accertamenti diagnostici meno complessi e piccola chirurgia
ambulatoriale. Anche se sotto sigle diverse (come Case della salute in
Emilia e Toscana o Ucp nel Lazio) oggi lungo lo Stivale si contano già
oltre 800 di queste strutture, una trentina delle quali in Piemonte.
Iniziative che dovrebbero moltiplicarsi con la convenzione approvata
ieri da Governo e Regioni.