La Stampa 13.4.16
Dilma: “Contro di me un golpe”
Brasile, dalla commissione via libera all’impeachment: nel weekend il voto dei deputati
di Emiliano Guanella
Per
la prima volta un lungo muro dividerà in due l’enorme spianata dei
Ministeri, il corpo centrale dell’aereo progettato nel 1960 da Oscar
Niemeyer e Lucio Costa per rappresentare il cuore del «nuovo Paese»,
Brasilia. La capitale del Brasile si prepara ad un fine settimana
storico; tra venerdì e domenica i deputati voteranno la messa in stato
d’accusa della presidente Dilma Rousseff, in un clima di crescente
conflitto tra sostenitori e oppositori del governo. I primi gruppi di
manifestanti, se ne prevedono almeno duecentomila con cinquemila
poliziotti a vigilarli, hanno già messo le loro tende davanti al
Parlamento e alla Corte Suprema, mentre nei corridoi da giorni si
contano le forze.
Dopo il via libera della commissione
parlamentare, per passare l’impeachment deve essere votato da 342
deputati, due terzi del totale. Dalle fila del governo si sta lavorando
su due fronti; convincere gli alleati a votare per il «No» o, in
alternativa, a non presentarsi alla votazione. Secondo l’ultima
previsione i due blocchi partono con 250 favorevoli contro 120 contrari;
nel mezzo 143 deputati non hanno ancora deciso, mentre le segretarie
dei partiti danno libertà di coscienza. Se due settimane fa la partita
sembrava spacciata per Dilma, oggi le cose sono leggermente cambiate; la
campagna #naovaitergolpe, no al golpe, è stata incisiva soprattutto sui
social e il tour di Lula, acclamato da folle in piazza, ha fatto salire
l’ottimismo. L’ultimo comizio è stato a Rio de Janeiro, assieme a
personalità della cultura con testimonial come Chico Buarque, Caetano
Veloso, il popolare attore Wagner Moura (protagonista della serie
Narcos). Il clima è sempre più infuocato: ieri Dilma ha accusato il suo
vice, Michel Temer, di essere il «capo cospiratore» di quello che
definisce «un golpe». La partita si giocherà in aula, ma la pressione
della piazza e dei media fa la sua parte fondamentale. Un attore
importante e sicuramente non imparziale in tutto il processo è il
presidente della Camera Eduardo Cunha. Coinvolto in diversi casi di
corruzione, ma ancora al suo posto, è lui a decidere l’ordine di
votazione che potrebbe essere alfabetico, come è successo nel 1992 con
l’impeachment a Fernando Collor o per regioni geografiche, iniziando dai
rappresentanti degli stati del Sud, il che favorirebbe l’opposizione
perché è lì che si concentra il maggior numero di deputati favorevoli
all’impeachment; la valanga di «sì» nella prima giornata di votazione
potrebbe aumentare il fiato sul collo degli indecisi. Mentre cresce la
suspense, le prospettive economiche del Brasile non sono affatto
incoraggianti: secondo la previsione del Fmi nel 2016 ci sarà un crollo
del 3,8 % (a gennaio era del 3,5%) del Pil.