martedì 12 aprile 2016

La Stampa 12.4.16
“Fermare i profughi”
L’Austria costruisce un muro al Brennero
Sarà pronto in giugno. Governo italiano irritato
di Marco Zatterin


Gli austriaci hanno cominciato a costruire una barriera che limiti, in caso di necessità, l'accesso al Brennero di migranti provenienti dall'Italia. E’ un mettere le mani avanti che appare incomprensibile, visto che ora transitano da quelle parti 20-25 rifugiati al giorno. Vienna ha però deciso di giocare duro. La struttura - ha detto il capo della polizia tirolese Helmut Tomac - sarà lunga 250 metri, comprenderà l’autostrada e la statale. I guardrail sono già stati smontati. Nei prossimi giorni sarà allestito un centro di registrazione. Il nuovo «limes» potrebbe essere attivo in giugno. «Siamo al muro preventivo - tuona Gianni Pittella, capogruppo socialdemocratico all’Europarlamento -. E’ una spallata inutile e negativa contro l'Europa».
Il governo italiano mantiene un profilo basso, ma è irritato. Lo stesso vale per la Commissione Ue, che vede un altro tassello del mosaico del fallimento della politica Ue per le migrazioni. «I provvedimenti al Brennero non prevedono un muro o filo spinato», precisa il presidente austriaco, Heinz Fischer. A suo avviso, è un «management di confine», concepito per avere il minor impatto sul transito di persone e merci.
Il governatore altoatesino Arno Kompatscher attacca: «Il Brennero torna ad essere simbolo della divisione, serve una soluzione europea». «Ora che la rotta balcanica è chiusa - commenta una fonte Ue -, Vienna dovrebbe ripristinare Schengen e riaprire le frontiere alla libera circolazione e non preparare ulteriori barriere».
Il tema delle migrazioni sta dimostrando la debolezza della volontà di cooperare dei ventotto governi dell’Unione. La Commissione Ue discute oggi il secondo rapporto di tappa sulla politica di ricollocazione e reinsediamento dei migranti, la prima rivolta a chi è sbarcato in Italia o Grecia e ha diritto all’asilo, la seconda per chi lo domanda da fuori dell’Ue. Il bilancio è povero. Fra il 16 marzo e l’8 aprile all’interno dell’Unione sono stati ricollocati 163 rifugiati. La magra cifra si somma ai 937 sistemati da settembre, un dato sconfortante perché l’obiettivo è 160 mila per settembre 2017. La tabella della Commissione Ue suggeriva di arrivare a 6 mila entro il 16 aprile e a 20 mila prima del 16 maggio. Il Team Juncker chiederà ai ventotto di mantenere fede agli impregni presi e di accelerare. Ma sono pochi, in realtà, a voler ascoltare.
L’esecutivo valuterà anche una proposta dell’agenzia per la gestione delle frontiere, Frontex, che suggerisce una «operazione congiunta» fra Ue, Albania e Macedonia, per tenere sotto controllo la possibilità che si apra una nuova rotta per i migranti attraverso l’Adriatico. E’ una mossa cautelativa, dice una fonte. In questo momento le porte sono chiuse e l’unico movimento possibile, sebbene improbabile, è quello dei circa 50 mila fermi a Idomeni. In estate, però, le cose potrebbero cambiare. Se il mal decollato piano dei rimpatri «turchi» non dovessi dare il risultati auspicati e, coll’estate, gli attraversamenti dell’Egeo dovessero riprendere, allora la minaccia potrebbe farsi reale.