lunedì 11 aprile 2016

La Stampa 11.4.16
“Sì alle primarie per l’Eliseo”
I vertici del partito chiedono una consultazione per scegliere il candidato del 2017 Presidente giù nei sondaggi, l’80% dei francesi non lo vuole più. Ma lui resiste
di Leonardo Martinelli

I suoi consiglieri si ostinano a ripeterlo: «François ci crede ancora». Sì, Hollande, ormai quasi un eremita nel suo Eliseo, vorrebbe in realtà ripresentarsi nel 2017, alle prossime presidenziali in Francia. Ma con quale coraggio? L’ultima inchiesta dell’Ifop (società giudicata affidabile) indica che l’80% dei suoi concittadini non lo vuole come candidato: non ne può più.
I socialisti hanno appena deciso che convocheranno le primarie della gauche per designare il predestinato, ma i verdi e i comunisti già nicchiano, proprio perché hanno paura di vedersi rifilare alla fine il candidato Hollande. Più in generale, altri due fenomeni recenti, anche se non hanno proprio niente a che vedere l’uno con l’altro, indicano che i francesi (soprattutto di sinistra) vogliono del nuovo: da una parte, Emmanuel Macron, il giovane ministro dell’Economia, ha creato mercoledì scorso il suo movimento. E, dall’altra, resiste la presenza permanente nella piazza della République, a Parigi, giorno e notte (l’iniziativa si chiama Nuit debout, «la notte in piedi»), di centinaia di persone a protestare contro il progetto di riforma del mercato del lavoro del Governo di Manuel Valls: un esempio ormai seguito in una sessantina di città nel resto del Paese. Macron e la Nuit debout sono le due facce (liberal-socialista la prima, emanazione libertaria di una certa sinistra della sinistra l’altra) dello stesso rifiuto dell’esistente: il regime Hollande.
Se i sondaggisti dell’Ifop si sono visti opporre un niet deciso alla sua candidatura dall’80% di tutti gli intervistati, anche nel bacino degli elettori socialisti la maggioranza (il 53%) è contraria. Escluso il re François, tra i possibili candidati della sinistra alle primarie, Macron appare in testa nel sondaggio, con il 34% pronto a votarlo al primo turno (il 57% fra i socialisti), mentre il 28% preferirebbe Valls, il 26% l’ecologista Nicolas Hulot e il 25% Martine Aubry. Di primarie della gauche, in realtà, finora non se ne parlava neanche, perché i vertici del Partito socialista si erano fissati sulla candidatura esclusiva di Hollande. Già sabato sera, prima che venissero resi noti i risultati del sondaggio, il consiglio nazionale del Ps aveva votato, invece, a favore. Si terranno in dicembre ma «a giugno si deciderà se per i socialisti ci sarà un unico o più candidati». La sinistra del partito già protesta contro l’eventualità che Hollande scenda in campo. I Verdi hanno accettato il principio delle primarie, ma diranno a quali condizioni vi parteciperanno: sostanzialmente non vogliono ritrovarsi alla fine della corsa con l’attuale presidente sul gobbone. Diffidenti anche i comunisti: «Hollande è screditato per portare i colori della sinistra», ha detto il segretario Pierre Laurent.
Rien ne va plus. Frédéric Dabi, politologo dell’Ifop, parla di «una balcanizzazione della sinistra francese». Se n’è accorto addirittura Jean-Pierre Mignard, amico intimo e fedelissimo di Hollande: «Il socialsimo è un’idea morta – ha detto -, da un punto di vista storico e affettivo». Invoca la nascita di una formazione sul tipo dei Democratici americani. Quanto a Macron, astro nascente di una sinistra «al passo con i tempi», al Journal de dimanche ha precisato di «essere personalmente di sinistra». Ma il suo movimento, «En marche!», sarà «no partisan: né di sinistra, né di destra». Intanto, giovedì prossimo, François Hollande ha annunciato che parlerà per 90 minuti in tv (e in prime time) ai francesi, addirittura «a reti unificate», come si diceva una volta: sui due principali canali, il pubblico France 2 e il privato Tf1. Vuole «spiegarsi». Perché lui, nonostante tutto, ci crede ancora.