domenica 3 aprile 2016

Il Sole Domenica 3.4.16
Boccioni a Milano
Avanguardista in giro per il mondo

La formazione
1882-1898. Il 19 ottobre Umberto Boccioni nasce a Reggio Calabria da genitori romagnoli. La famiglia viaggia molto a causa della professione del padre, commesso di prefettura. Nel 1889 si sposta a Padova, dove la madre e la sorella maggiore continueranno a risiedere fino al 1907. Qui Umberto inizia il suo percorso scolastico fino al trasferimento in Sicilia nel 1898.
1898-1899.A Catania, dopo il diploma presso un istituto tecnico, lavora come tirocinante giornalista per la «Gazzetta della Sera». Studia composizione, in vista di un impiego come illustratore o vignettista.
1899-1902. Nel novembre del 1899 segue ancora il padre a Roma, dove rimarrà fino al 1906. Qui studia disegno da Giovanni Maria Mataloni, tra i principali illustratori dello stile Liberty; conosce Gino Severini, con il quale si iscrive nell’ottobre 1901 alla Scuola Comunale di Arti Ornamentali.
1902-1905. Diviene allievo di Giacomo Balla con Severini e Mario Sironi. Risale al 1903 la sua prima partecipazione a una mostra, l’Esposizione Internazionale di Belle Arti della Società Cultori e Amatori di Roma. Nel 1904 espone a Padova, alla Società Artistica, e poi a Firenze, al Circolo Filarmonico Artistico.
1906. A marzo compie il primo viaggio a Parigi, dove ha modo di studiare la pittura dei post-impressionisti e di Cézanne, le opere dei grandi musei europei e dove rimarrà fino ad agosto. Lasciata la Francia per un soggiorno in Russia, torna in Italia dopo una breve sosta a Varsavia e a Vienna.
1907. A Padova, da gennaio, comincia a tenere un diario che porterà avanti fino a fine agosto del 1908. In aprile è a Venezia per un periodo di studio e si iscrive alla Scuola Libera del Nudo all’Accademia. Apprende la tecnica dell’incisione da Alessandro Zezzos, visita più volte la Biennale rimanendo colpito da opere di artisti italiani come Galileo Chini, Gaetano Previati e Plinio Nomellini e di stranieri come Maurice Denis e Franz Von Stuck. Si reca a Monaco dove ammira soprattutto Segantini e le opere dei maestri antichi dell’Alte Pinakothek. Riparte a breve per Parigi per vedere la mostra dei divisionisti italiani.
Boccioni a Milano
1907-1908. A settembre del 1907 si trasferisce stabilmente a Milano. Nella capitale lombarda si dedica al disegno per l’illustrazione editoriale e pubblicitaria. Stabilisce uno stretto rapporto professionale con l’artista-imprenditore Gabriele Chiattone, fondatore di uno stabilimento grafico, suo committente e mecenate.
1909. Entra in contatto con Carlo Carrà, con i giovani diplomati a Brera e con il circolo di frequentatori del Caffè Cova e della Famiglia Artistica milanese. Partecipa all’Esposizione riservata agli artisti lombardi e ai soci, dove conosce Filippo Tommaso Marinetti e Margherita Sarfatti. In ottobre, insieme a Balla e Severini, invia una selezione di lavori al Salon d’Automne a Parigi, tra i quali l’Autoritratto ora a Brera e il disegno Beata solitudo sola beatitudo.
BOCCIONI FUTURISTA
1910. Agli inizi dell’anno, con Luigi Russolo e Carrà, Boccioni scrive il manifesto dei pittori futuristi, rivisto con lo stesso marinetti e firmato inizialmente anche da aroldo bonzagni e romolo romani, ai quali subentreranno poi balla e severini. il manifesto, datato 11 febbraio 1910, è seguito a distanza di pochi mesi da uno scritto teorico più articolato, il manifesto tecnico della pittura futurista.
1911. Espone alla Prima esposizione d’arte libera, mostra collettiva futurista presso gli ex padiglioni Ricordi. Il 22 giugno Ardengo Soffici pubblica su «La Voce» un articolo riguardante l’esposizione di Milano, in cui esprime una critica negativa. Boccioni, Marinetti, Carrà e Russolo reagiscono duramente contro Soffici.
1912. Presenta le sue opere insieme ai compagni futuristi alla Prima esposizione futurista presso la galleria Bernheim-Jeune di Parigi, dove conosce Guillaume Apollinaire. Porta avanti un’accanita pubblicità del futurismo nelle principali capitali europee e pubblica il Manifesto tecnico della Scultura futurista. Espone anche a Berlino approfondisce la conoscenza dell’estetica cubista.
1913. È l’anno delle celebri serate futuriste al Teatro Costanzi di Roma e al Dal Verme di Milano, e della collaborazione con l’irriverente rivista di Giovanni Papini «Lacerba». Realizza in questo periodo alcune delle opere più importanti tra dipinti e sculture e spettacolari disegni. Il 20 giugno inaugura a Parigi, alla Galerie La Boëtie, una personale sulla scultura che farà tappa anche a Roma e a Firenze sino all’aprile 1914.
1914. Firma con Carrà, Marinetti, Russolo e Piatti il manifesto Sintesi futurista della guerra. Nel clima teso della guerra, lo studio sul movimento e l’attenzione alla scomposizione sintetica delle forme si fanno sempre più incalzanti. Continua la ricerca sui modelli picassiani e del cubismo sintetico.
1915-1916. È il biennio della guerra e della morte. Boccioni è arruolato nel corpo dei Ciclisti, mentre le sue opere sono in mostra a San Francisco. Si orienta verso una nuova figurazione di impronta cézanniana.
Collabora con diversi giornali e riviste, ma in luglio è costretto a ritornare al fronte. A Verona, durante il servizio, cade da cavallo, e il 17 agosto muore a causa dell’incidente.