Il Sole Domenica 17.4.16
Jan Assmann
Monoteismi e violenza
di Lucetta Scaraffia
Se
molti ritengono che ogni religione possa comunque divenire causa di
violenza, la maggior parte delle persone tende a pensare che questa sia
piuttosto connaturata ai monoteismi. Jan Assmann sotiene che «c’è molto
da riflettere sul fatto che proprio la religione, che oggi appare come
l’elemento principale di antagonismo politico e culturale, nel mondo
antico al contrario servisse come elemento per mettersi in relazione con
altri popoli e culture» scrive, collegando così i suoi studi sulle
religioni egizia ed ebraica con i conflitti religiosi attuali. Infatti è
proprio sulla differenza fra le religioni “pagane” e i monoteismi che
vertono le sue ricerche sulla tradizione religiosa egizia, che considera
appartenente a una classe definibile come cosmoteismo. La definizione
presuppone un rapporto più simbiotico nei confronti della natura e si
fonda sulla divinizzazione di entità cosmiche come il sole, la luna,
l’acqua: divinità che, nella loro immediata esperibilità, erano in
sostanza traducibili da una religione all’altra. Infatti erano solo i
nomi delle divinità a cambiare, non la loro identità. Questa tecnica di
traduzione dei nomi degli dei era funzionale al diritto internazionale: i
trattati con gli altri stati venivano ratificati con giuramenti in nome
delle divinità, e questo poteva essere fatto solo se c’era una
corrispondenza degli dei. Questa traducibilità degli dei è stata rotta
dal monoteismo biblico, una religione della trascendenza: il Dio di
Mosé, quello della Bibbia, non si lasciava mettere in relazione con
alcun altro nome di Dio in un’altra religione. Assmann ha chiamato
questa differenza fra cosmoteismo e monoteismo «distinzione mosaica».
Ciò che blocca la traducibilità delle religioni è secondo lo studioso il
concetto di rivelazione, trasmessa una volta per sempre, che fonda una
verità assoluta. In seguito alla rivelazione, infatti, le religioni si
dividono in vere o false, oppure fedeli o traditrici del vero Dio.
Quindi non comparabili e profondamente differenti perché appartenenti a
due realtà opposte: quella del vero e quella del falso.
Assmann
pensa che un’attenuazione dei conflitti religiosi in corso si possa
ottenere solo attraverso la creazione di una piattaforma comune
condivisa, come dovrebbero essere i Diritti umani. Secondo lo studioso
si potrà uscire dalla distinzione mosaica attraverso la costruzione di
una religione a due piani, una religione che «ha imparato a concepirsi
come una tra le molteplici e a guardarsi con gli occhi degli altri». E
riprendendo l’opera di Lessing Nathan il saggio, un rifacimento
dell’antica leggenda delle “tre anella”, Assmann propone di considerare
vera la religione di chi ne dà testimonianza con la sua vita, attraverso
una condotta migliore degli altri.
Jan Assmann, Il disagio dei monoteismi. Sentieri teorici e autobiografici , Morcelliana, Brescia, pagg.95, € 11.