Il Sole Domenica 17.4.16
Storia militare
Spedizioni romane in Britannia
di Vittorio Emanuele Parsi
Il
libro di Cristiano Bettini (Oltre il fiume oceano. Uomini e navi romane
alla conquista della Britannia) è un volume poliedrico, dalle molte
sfaccettature, una sorta di “imbuto rovesciato” che dalle operazioni in
Britannia (Cesare 55 e 54 a.C.; Claudio 43 d.C.; Costanzo Cloro, 296
d.C.) allarga lo sguardo all'intera organizzazione militare romana. In
effetti sono molti “i libri” contenuti in questo volume, impreziosito da
un apparato iconografico e cartografico imponente e davvero ben
realizzato. Si tratta di un libro di storia militare romana,
evidentemente, ma anche di una riflessione a tutto tondo sul cosiddetto
modello “expeditionary” che rappresenta la scelta obbligata delle forze
armate di tutti i grandi Paesi occidentali contemporanei (Italia
compresa). Infine è anche un manuale sulla navigazione a vela latina. Si
respira in tutto il libro la lunga esperienza marinaresca e la sincera
passione per il mare dell'autore, ammiraglio di squadra in congedo della
Marina Militare, che in questa sua nuova opera letteraria dà prova di
una competenza e professionalità storica di assoluto livello.
Le
tre spedizioni romane in Britannia vengono contestualizzate nei diversi
momenti di vita dell'”imperium”: la fase tarda repubblicana della
bulimia espansionistica cesariana, quella della lunga auge imperiale, in
buona sostanza coincidente con i due secoli centrali del principato e
il lungo epilogo difensivo, che si protrarrà, considerando la parte
orientale dell'impero oltre 1000 anni. Roma non nasce come potenza
navale. Lo diventa per poter sconfiggere Cartagine. Ma proprio il fatto
che dopo la distruzione della città punica nessun'altro sfidante saprà
contenderle il dominio del Mediterraneo cristallizza questa
trasformazione. Saranno le spedizioni in Britannia, oltre il “Fiume
Oceano”, appunto, a rimettere alla prova lo sperimentato talento romano
per l'appropriazione delle buone idee e dei buoni manufatti altrui. Se i
romani importarono il gladio dalla Spagna, proprio dopo le guerre
puniche, così dai popoli atlantici appresero le tecniche marinaresche e
di carpenteria per mettere in mare una flotta capace di navigazione
oceanica.
In realtà è proprio la natura essenzialmente terrestre
del potere militare romano a rendere queste tre spedizioni così
interessanti e attuali. La loro ciclopicità non attesta tanto la
trasformazione della natura di Roma da potenza continentale in potenza
navale, quanto piuttosto la versatilità dello strumento militare romano e
la straordinaria capacità di questo stato costruito intorno al suo
esercito di affrontare sfide inedite e complesse con estremo
pragmatismo, traendo lezione dalle esperienze precedenti. Le spedizioni
in Britannia rappresentano innanzitutto un gigantesco rompicapo
logistico, senza la cui soluzione esse non avrebbero potuto aver luogo o
avrebbero costituito un episodio poderoso ed effimero al tempo stesso.
Nella realtà, la presenza romana in Britannia durerà quasi fino al
collasso dell'impero d'Occidente, nel V secolo d.C.. Esse costituiscono
la più evidente manifestazione dell'organizzazione militare romana,
capace di integrare l'intera catena logistica e di trasporto a sostegno
delle forze combattenti. Ed è anche per questo che lo studio di queste
tre campagne si rivela di straordinaria attualità. Oggi, la necessità di
una sempre maggiore integrazione e coordinamento tra le diverse
capacità delle forze armate rappresenta l'attuazione pratica della
lezione romana. Non per caso, il modello delle spedizioni romane in
Britannia venne ripreso dalla Gran Bretagna nella sua lunga fase
imperiale e, successivamente, dagli Stati Uniti, che lo potenziarono
ulteriormente. Pensando alle sfide che il mondo contemporaneo lancia
alla nostra sicurezza, è evidente come non sia possibile proiettare
alcuna forza a difesa degli interessi nazionali se questa non esiste e
non è in grado di operare in autonomia per un certo lasso di tempo anche
contro forze nemiche ben equipaggiate: ma senza capacità di trasporto
nessuna forza può essere ugualmente proiettata, così come ogni convoglio
necessita di adeguata protezione antisom e aerea. Di qui la
caratteristica di “operabilità interforze” del modello “expeditionary”,
che consente di superare anche la tradizionale rivalità tra la
componente terrestre, quella navale e quella aerea.
In
conclusione, il libro di Cristiano Bettini è straordinariamente
documentato (oltre che ben scritto) e colma un vuoto nella letteratura
accademica non solo italiana tanto nel campo della storia militare
quanto in quello degli studi strategici.
Cristiano Bettini, Oltre il fiume oceano. Uomini e navi romane alla conquista della Britannia , Laurus, Roma, pagg. 510, € 25