Il Sole Domenica 17.4.16
C’è solo il tutto
di Roberto Casati e Achille Varzi
Lui.
Questa è proprio bella. C’è un filosofo che ha scritto un lungo
articolo contro la teoria delle parti, difendendo invece una teoria del
tutto.
Lei. Che cosa c’è da ridere? Mi sembra una posizione di
tutto rispetto. La storia della filosofia è piena di autori che hanno
privilegiato l’importanza del tutto rispetto a quella delle parti.
Lui.
Ma questo non si limita a privilegiare l’importanza del tutto. Questo
filosofo sostiene che le parti non esistono proprio. Ah ah.
Lei.
Continuo a non capire perché la cosa ti faccia ridere. È una tesi
piuttosto radicale, lo riconosco. Ma anche a questo riguardo si possono
citare dei precedenti illustri, dagli Eleatici a Spinoza. Anche tra i
filosofi contemporanei ne ho già incontrati che sostengono un punto di
vista simile. Terry Horgan e Matjaž Potr?, per esempio, sostengono che
l’intero cosmo non sia altro che un atomo gigantesco, un «blobject»
enorme e affatto privo di parti.
Lui. Davvero?
Lei. Per
quanto ne sappiamo, questa potrebbe essere l’ontologia che si addice
meglio anche alla meccanica quantistica, se non a quella newtoniana:
un’unica particella solitaria che schizza attraverso lo spazio delle
configurazioni. Se non sbaglio, il filosofo David Albert sostiene un
punto di vista del genere.
Lui. Se è per quello, c’è anche chi ha
sostenuto che l’ontologia migliore e più «economica» risieda
nell’ipotesi che esista un’unica particella che continua a viaggiare
avanti e indietro nel tempo in modo da trovarsi in più luoghi nello
stesso momento. A noi sembra che l’universo sia composto da un numero
esorbitante di atomi (si stima che siano dell’ordine di 10
all’ottantesima potenza, cioè quasi un miliardo di miliardi di miliardi
di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di
miliardi), mentre invece sarebbe sempre la stessa particella che si
trova contemporaneamente in un numero esorbitante di posti diversi.
Lei. Sì, ho sentito anch’io questa teoria. Ma il tuo filosofo sostiene una teoria diversa, giusto?
Lui.
Giusto. Lui non parla di particelle che viaggiano nel tempo o altre
stramberie del genere. Dice soltanto che c’è un unico tutto, e che le
sue parti sono una nostra invenzione, un’astrazione concettuale a cui
non corrisponde alcuna realtà. Le parti non esistono proprio...
Lei. La tua risata comincia a irritarmi. Mi vuoi spiegare che cosa ti diverte così tanto?
Lui.
Perché la teoria è talmente implausibile che per difenderla non basta
enunciarla; bisogna anche sostenerla con buone argomentazioni. E questo
filosofo si è impegnato a tal punto che ne è uscito un saggio
lunghissimo, così lungo che la rivista ha ben pensato di suddividerne la
pubblicazione su due numeri successivi. Risultato? Ecco qua il primo
numero: C’è solo il tutto, Parte I.