Il Sole 3.4.16
L’imprenditore accusato anche di corruzione
La Procura presenta ricorso contro il no all’arresto di Gemelli
potenza
di I.Cimm.
Un
emendamento alla legge di stabilità 2015 fatto su misura per il colosso
petrolifero Total, assicurano gli inquirenti della Procura di Potenza.
Perché così l’azienda avrebbe potuto portare il greggio direttamente
alla raffineria Eni a Taranto, dove c’è uno dei più importanti porti
container del Mediterraneo.
Di questa operazione ne avrebbe
beneficiato Gianluca Gemelli, l’imprenditore che, secondo l’accusa,
avrebbe sfruttato il nome della sua compagna, l’ex ministro Federica
Guidi, per convincere i vertici di Total che la norma era stata
approvata grazie alla sua mediazione. Per questo è accusato di traffico
illecito di influenze. Tuttavia nei suoi confronti pende un’altra
accusa: la corruzione in concorso con Rosaria Vicino, ex sindaco di
Corleto Porticara, dove sorge lo stabilimento Tempa Rossa finito sotto
inchiesta. Però il gip Tiziana Petrocelli, in sede di ordinanza di
custodia cautelare, ha rigettato la richiesta d’arresto per Gemelli
relativo alla corruzione. Per questo il procuratore aggiunto Francesco
Basentini e il sostituto procuratore Laura Triassi, hanno presentato
ricorso, chiedendo al Tribunale del Riesame di rivedere la decisione del
gip, accogliendo la richiesta d’arresto.
L’indagine, comunque, è
molto ampia. E punta anche a verificare se e come la Guidi e il
compagno, Gemelli, siano venuti a conoscenza dell’inchiesta in tempi non
sospetti. In particolare, l’ex sindaco Pd del comune lucano di Corleto
Perticara Rosaria Vicino, indagata dalla Procura di Potenza per episodi
corruttivi e concussivi, il 14 novembre 2014 scopre una microspia
nascosta dagli investigatori nel suo ufficio. Il giorno dopo,
commentando il ritrovamento, chiede al vicensindaco Genovese: «Gianni,
che teniamo acceso niente qua?». E lui le risponde: «Qua (si sentono
rumori, presumibilmente stanno manovrando vicino la microspia, ndr), qua
dentro, se c’è è qua dentro». «I soggetti – si legge nell’ordinanza di
arresto – davano l’impressione di essere coscienti di poter essere
registrati e ascoltati dagli inquirenti». La Vicino spiega al dirigente
della Total Giuseppe Cobianchi, lì presente: «A me che mi registrano,
tengo da scontare parecchi anni». Cobianchi cerca di gettare acqua sul
fuoco: «Qualche mio collega che ci è andato di mezzo quattro, cinque
anni fa, quando è successo, non aveva fatto niente. Avrà, probabilmente,
al telefono detto qualcosa di sbagliato, non lo so. O forse chi ha
ascoltato avrà voluto strumentalizzare le cose, per motivi politici,
perché poi c’è di mezzo il politico regionale. Allora, stiamo attenti...
perché io non so se il mio telefono... ma non escludo che lo sia, non
so il vostro». Secondo le ipotesi dell’inchiesta, attraverso l’ex
sindaco Gemelli avrebbe saputo tutto.
Un aspetto fondamentale,
seguito dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico, riguarda
l’inquinamento. Per questo i magistrati ipotizzano il reato di disastro
ambientale commesso nello stabilimento di Viggiano. L’Eni precisa che
«lo stato di qualità dell’ambiente, studiato e monitorato in tutte le
sue matrici circostanti il Centro Olio di Viggiano è ottimo secondo gli
standard normativi vigent». E che «verifiche esterne confermano il
rispetto dei requisiti di legge».